La strage non ferma i pendolari: "In treno
perché costa poco". La rabbia dei ferrovieri

La strage non ferma i pendolari: "In treno perché costa poco". La rabbia dei ferrovieri
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 14:42

Picchia forte il sole sull'edificio anni Venti fresco di tinteggiatura celestina della stazione di Andria. Ma a bruciare su dipendenti e pendolari - il giorno dopo la strage ferroviaria in Puglia - non sono tanto i 34 gradi all'ombra, quanto il dolore per la perdita di amici e conoscenti. Ognuno di loro nella disgrazia dello scontro ferroviario avvenuto ieri mattina tra le campagne di Corato e Andria aveva un parente, un amico o solo un conoscente.
 

 

Accade nelle piccole comunità come sono Barletta, Andria o Corato dove ci si conosce tutti. La famiglia più colpita è quella dei ferrovieri: nessuna voglia parlare dell'accaduto in stazione «ordine tassativo dell'azienda - dice uno di loro - anche se un'idea di come sono andate le cose ce l'abbiamo ma ce la teniamo per noi». Nè di ricordare i loro colleghi deceduti: «Preferiamo ricordarli così com'erano».

Su quel treno non c'erano solo i due macchinisti morti, Luciano Caterino e Pasquale Abbasciano, e i due capotreno di cui non si hanno notizie, ma anche altri colleghi fuori servizio che tornavano a casa o che si recavano da Bari a Barletta per prendere servizio. Forse sette, otto persone in tutto. Tutti dipendenti della Ferrotranviaria Spa che garantisce la copertura sulla tratta Bari-Barletta. E poi ci sono gli utenti abituali. Quelli che anche oggi non rinunciano al servizio sobbarcandosi lunghe attese sotto il sole per aspettare la navetta sostitutiva.

Il servizio non si ferma e prevede il treno sulla tratta compresa tra Bari e Corato. Poi un bus che copre il tratto interrotto tra Corato e Andria e quindi di nuovo in treno fino a Barletta. I disservizi non mancano, qualche corsa salta e tra gli utenti qualcuno protesta. Sono soprattutto giovani e pendolari. «Lo prendiamo lo stesso il treno, anche oggi, perché è conveniente e si risparmia. Un biglietto da Barletta ad Andria costa solo 1,10 euro. L'abbonamento mensile 30 euro. Certo che lo prendo il treno - spiega Giampaolo, un consulente aziendale che questa linea la percorre quattro volte al giorno - non ci sono alternative. Anche perché prima di ieri il servizio ha sempre funzionato bene».

Ci si interroga sulle possibili cause dello scontro e chi conosce le dinamiche di questa ferrovia non ha dubbi. «È venuta meno una chiamata. Uno dei due treni doveva fermarsi ad Andria o a Corato e attendere l'altro per lo scambio. Non è successo. Quasi sicuramente per una mancata comunicazione». Tutti sono concordi nel dire che si tratta di una tragedia che si poteva evitare. Ma sulla rabbia prevale la commozione. Quella dei ferrovieri, che fanno la conta delle loro vittime «Ieri mattina ho chiamato Luciano e Pasquale (i due macchinisti deceduti, ndr) - racconta commosso uno di loro che chiede di mantenere l'anonimato - e non rispondevano al telefono. Poi sono arrivate le notizie, il ritrovamento di resti umani. Non ci credo, non è possibile. Poteva succedere a uno di noi».

Commozione alla quale si aggiunge quella dei passeggeri: «Una tragedia senza fine - racconta Lia mentre aspetta il bus - oggi non lo volevo prendere il treno, il pensiero va ai morti ma anche alle famiglie». «Conoscevo una delle vittime, Alessandra.
Eravamo amici di infanzia - spiega Giampaolo - . Una ragazza dolce, impegnata nel volontariato, con tanta voglia di vivere». La stessa di tanti ragazzi che oggi sono qui regolarmente ad aspettare un bus o un treno, magari solo perché costa poco e conviene. 

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