​Schianto tra treni, il capostazione di Andria:
​"Non sono l'unico responsabile, vivo un incubo"

Schianto tra treni, il capostazione di Andria: "Non sono l'unico responsabile, vivo un incubo"
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Giovedì 14 Luglio 2016, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 12:08

«Certo che ho alzato quella paletta, ma adesso non gettatemi la croce addosso. Non sono l'unico responsabile. Anch'io sono vittima di quello schianto». Così, in un'intervista al Corriere della Sera, Vito Piccarreta, il capostazione di Andria, colui che ha dato il via libera alla partenza del treno che si è scontrato martedì scorso con un altro convoglio su un binario unico nel tratto ferroviario tra il capoluogo pugliese e Corato, provocando 23 morti.
 

 


Sull'uomo pesa la responsabilità della partenza del treno da Andria, ma lui si difende così: «Non è stata solo colpa mia, ora vivo un dramma». E la moglie lo sostiene: «Da martedì non mangia e non dorme, continua a pensare a quel tremendo istante che ha segnato la sua vita. Stiamo vivendo un incubo, soffriamo per le famiglie che hanno perso i propri cari ma non possiamo portarci tutto questo peso sulle spalle». Anche i conoscenti difendono Vito: «Ha sempre fatto il suo lavoro con serietà e professionalità, è una persona educata e perbene, un padre di famiglia esemplare».

Sull'uomo ora pesa l'accusa di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Non è stato ancora interrogato, ma lo sarà nelle prossime ore. Così come il suo omologo di Corato, Alessio Porcelli. Il figlio del capostazione parla così del padre: «Viviamo un momento terribile, non c'è solo la responsabilità della coscienza. In quell'incidente mio padre ha perso anche dei colleghi».

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