Paola, morta mentre lavora nei campi per 27 euro. C'è un indagato per omicidio

Paola, morta mentre lavora nei campi per 27 euro. C'è un indagato per omicidio
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Mercoledì 19 Agosto 2015, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 11:38
La procura di Trani ha indagato l'autista del bus che ha condotto Paola Clemente e altri

braccianti nelle campagne di Andria, in cui la 49enne è morta. Nell'indagine si ipotizzano i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso. L'indagato è il tarantino Ciro Grassi, indicato nella querela come colui che ha organizzato la squadra.



Grassi, a quanto si apprende, è stato anche colui che ha avvisato Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, che la moglie era stata colta da malore il 13 luglio, giorno del decesso della bracciante. La donna, da un paio di giorni prima del decesso, avvertiva dolori al collo a cui non aveva dato molta importanza perché ne soffriva da alcuni anni.



L'iscrizione del nome di Grassi nel registro gli indagati - precisano fonti inquirenti - è un atto dovuto in vista dell'autopsia che sarà compiuta il 21 agosto, dopo la riesumazione del corpo dell'operaia.



Paola Clemente, madre di tre figli, è morta ad Andria il 13 luglio scorso mentre lavorava all'acinellatura dell'uva. Il pm ha disposto la riesumazione del corpo e ha fissato per il 21 agosto l'autopsia. La donna, che viveva con la famiglia a San Giorgio Jonico (Taranto), lavorava ogni giorno a circa 150 chilometri da casa per meno di 30 euro.



L'esposto-denuncia alla procura di Trani, competente per territorio, è stato depositato il 14 agosto scorso ai carabinieri di San Giorgio Jonico dal marito della donna, Stefano Arcuri, assistito da tre avvocati: Pasquale Chieco, Vito Miccolis e Giovanni Vinci. L'autopsia sarà compiuta dal medico legale dell'Università di Bari Alessandro Dell'Erba.



Un altro bracciante di 42 anni che stava lavorando nei vigneti nelle campagne di Andria è in coma da dieci giorni, dopo aver avvertito un malore. L'uomo risiede a San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, lo stesso paese dove viveva Paola Clemente.



Sono tre in Puglia quest'anno le morti sospette per un probabile carico eccessivo di lavoro, peraltro sottopagato, come denuncia Giuseppe De Leonardis segretario della Flai Cgil regionale.



«Il caporalato è barbarie e morte, per sconfiggerlo serve una reazione forte. Non si può rimanere imbelli di fronte ad una simile tragedia umana e civile. La Regione Puglia si costituisca parte civile nel processo sulla morte di Paola Clemente e sulla morte e lo sfruttamento dei nuovi martiri del lavoro». Così il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Michele Mazzarano. «La morte di una donna, che per 27 euro - aggiunge - deve lavorare in condizioni disumane sotto tendoni asfissianti e percorrere 300 chilometri di strada al giorno, non può essere accettata a cuor leggero o, peggio ancora, considerata la implicita conseguenza di una povertà crescente. L'impoverimento di ampi strati sociali non può giustificare lo sfruttamento e la morte nei campi. Serve una dura reazione civile ed istituzionale perchè i caporali si sentano perseguitati e minacciati. Al signor Arcuri, marito di Paola - conclude - va la vicinanza e il sostegno mio e del gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia».



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Paola, mamma 42enne di due figli, è morta lo scorso 13 agosto.

Ogni giorno faceva 300 km per andare a lavorare

Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Mercoledì 19 agosto 2015