Lorenzo muore a 5 anni di tumore a Taranto.
"Vittima dell'Ilva". Decine di commenti sul web

Lorenzo muore a 5 anni di tumore a Taranto. "Vittima dell'Ilva". Decine di commenti sul web
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Giovedì 31 Luglio 2014, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 09:11

TARANTO - Lorenzo Zaratta, il bimbo di Taranto a cui fu diagnosticato a soli tre mesi dalla nascita un tumore al cervello, morto. Suo padre, Mauro, il 17 agosto del 2012 partecip a una manifestazione contro l'inquinamento nel capoluogo ionico mostrando la foto del figlio intubato.

L'uomo salì sul palco e raccontò il dramma che stava vivendo. Disse: «Certo, nessuno è in grado di dimostrare il nesso di causalità tra il tumore di Lorenzo e i fumi dell'Ilva, ma la mia famiglia lavorava lì e i miei nonni, mia mamma sono morti di tumore. Mio suocero anche era all'Ilva e mia moglie, durante la gravidanza, lavorava nel quartiere Tamburi. E tutti sappiamo che da quei camini non esce acqua di colonia, ma gas in grado di modificare il dna e provocare errori genetici come quello di mio figlio».

Ieri sera, su Facebook, Mauro Zaratta ha annunciato la morte del figlio con queste parole «Cari amici volevo avvisarvi che Lorenzino ci ha fatto uno scherzetto... ha voluto diventare un angioletto...». Il popolo della Rete ha manifestato vicinanza e solidarietà alla famiglia Zaratta schierandosi anche contro il Siderurgico e la grande industria ritenuta responsabile dell'emergenza sanitaria e ambientale a Taranto. I funerali di Lorenzo si svolgeranno questo pomeriggio, alle 16.30, nella chiesa Regina Pacis, a Lama di Taranto.

PIOGGIA DI COMMENTI SUL WEB Una serie infinita di reazioni commosse e al tempo stesso sdegnate per la grave situazione dell'inquinamento a Taranto sul web per commentare la morte di Lorenzo Zaratta, il bimbo di 5 anni che si è spento ieri per un tumore al cervello. Suo padre Mauro nell'agosto del 2012 salì sul palco nel corso di una manifestazione contro le emissioni del Siderurgico e l'inquinamento a Taranto per raccontare il calvario del figlio e della sua famiglia. «Lollo - scrive su Facebook Rosella Balestra, del comitato 'Donne per Tarantò - era un guerriero, un piccolo guerriero della nostra terra, una terra che gli aveva regalato appena nato un destino ingiusto. Tristezza e rabbia per non aver protetto i figli di questa nostra terra, diventata matrigna e crudele. Il tempo è limitato e tu ce lo hai dimostrato...Dacci la forza per non arrenderci e proteggere ogni bambino». In un momento come questo, sottolinea Giuseppe sulla bacheca di Mauro Zaratta, «non bastano mille parole per descrivere tutto il dolore che si prova. Sappiate che Lollo è un campione e da lassù ci guarderà e ci proteggerà». Soltanto «un commento - osserva Marina - tra la commozione: lottare nel vero senso della parola per questi nostri figli».

PEACELINK: STORIA DI CORAGGIO «Il coraggio di Mauro e Lorenzo - e il dolore di tutta la famiglia - sono stati un esempio per tutti noi. Hanno ambedue continuato a lottare contro il cancro fino all'ultimo. Sono stati una risposta dignitosa e forte all'indifferenza di quanti si voltano ancora dall'altra parte per convenienza, ignoranza o, peggio ancora, ignavia». Così il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti ricorda Lorenzo Zaratta, il bimbo tarantino di 5 anni morto ieri per un cancro e la cui notizia del decesso è stata data su Fb dal padre. «A 3 mesi di vita - osserva Marescotti - avevano trovato a Lorenzo un tumore alla testa di 5 centimetri. 'Era più grande il tumore che la sua testolina', diceva il padre. Mauro era diventato un 'papà coraggio' perchè oltre che accompagnare il figlio in lunghi viaggi della speranza, ebbe la forza di salire sul palco nel 2012 e di dire a tutti di fermare l'inquinamento, portando con sè su un cartello l'immagine del figlio. Mauro era andato a Firenze per non fare respirare più l'aria malata di Taranto» per curare il suo bambino dopo pochi mesi dalla nascita.

«Lorenzo - disse Mauro Zaratta dal palco - ha un tumore al cervello dalla nascita e ha perso la vista. Io spero che continui a vivere e sono qui perchè condivido la protesta della gente. Voglio però anche dire che i bambini della città devono poter vivere serenamente e in salute: bisogna fermare questo massacro». Aveva con sè un cartello con la foto di Lorenzo la scritta: 'Mio figlio, 3 anni, cancro. A quanti ancora?'. Mauro sottolineò che la situazione prodotta dall'inquinamento industriale a Taranto è insostenibile e che anche se il figlio fosse guarito non sarebbe tornato più a vivere nella sua città, dove si trovano tutti i suoi parenti. Marescotti rammenta che un lavoratore dell'Ilva gli scrisse su Facebook. «Purtroppo - annotava l'operaio - capisco quello che stai passando perchè a me è successo a mio fratello e a mio padre. Ti sono vicino e spero anche io che questo massacro finisca, anzi ti dico che sono proprio favorevole alla chiusura. Dai un bacio al piccolo e digli che Taranto, la parte sana di mente, è con tuo figlio».

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