Surbo, un manifesto gigante per salutare il boss della Scu

Surbo, un manifesto gigante per salutare il boss della Scu
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Lunedì 3 Ottobre 2016, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 20:32
Una pattuglia dei carabinieri e un camion pubblicitario con una gigantografia con un saluto dei suoi cari: "Non ti dimenticheremo". Decine di manifesti affissi sui muri della chiesa di Santa Lucia e un centinaio di persone a dargli l’ultimo saluto. Sono i funerali del boss della Sacra Corona Unita, Salvatore Caramuscio, che si sono svolti nei giorni scorsi a Surbo nel Leccese. L’uomo era stato condannato perché ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio Fiorentino avvenuto nel marzo 2003 all’interno del Bar “Papaya” a Lecce.
 
 

Salvatore Caramuscio, di Surbo, conosciuto anche col nome di “Scaramau”, si è spento a 48 anni martedì pomeriggio in un letto dell'ospedale di Chieti, dove si trovava ricoverato dal giorno precedente a causa di alcuni gravi problemi di salute.
Nei mesi antecedenti al suo arresto, il suo nome comparve anche nella lista dei cento latitanti più pericolosi d'Italia. Ristretto in regime di 41bis – il cosiddetto “carcere duro” - nel penitenziario de L'Aquila, dove stava scontando una condanna definitiva all'ergastolo per omicidio ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, Caramuscio è stato stroncato da problemi cardiaci, che nella mattinata di lunedì avevano reso necessario il suo trasporto d'urgenza dal carcere abruzzese al policlinico “Santissima Annunziata” del comune teatino. Giunto cosciente al pronto soccorso, “Scaramau” era stato quindi sottoposto ad un doppio intervento chirurgico, prima di essere ricoverato – con prognosi riservata – nel reparto di Terapia intensiva. Nelle ore successive, l'aggravamento del suo quadro clinico e la morte, sopraggiunta nel pomeriggio di martedì.
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