Gestore di sala giochi ucciso con una pietra,
32enne confessa: "Voleva violentarmi" -Foto

Omicidio a Monteroni
Omicidio a Monteroni
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Lunedì 29 Giugno 2015, 22:25 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 09:45

​MONTERONI - "L'ho ucciso io per difendermi, perchè voleva violentarmi". Così Valentina Piccinonno, 32 anni, leccese, dopo tre ore di interrogatorio è crollata davanti agli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Lecce, confessando il delitto di Salvatore Maggi, 74 anni, di Monteroni, proprietario di una sala giochi nel comune salentino, trovato morto la scorsa notte ai piedi di un albero in un terreno di sua proprietà, al confine con la frazione di Magliano.

L'uomo è stato ucciso con colpi di pietra.

La donna è la stessa che nel giugno scorso aveva rapito - mentre era con un conoscente, poi scagionato da ogni accusa - una bambina di nazionalità bulgara di sei anni mentre giocava nel parco giochi di Monteroni. Per questo reato Valentina Piccinonno era agli arresti domiciliari che stava scontando presso la casa della madre.

Un rapporto difficile - a quanto si è saputo - quello tra madre e figlia, caratterizzato da continui litigi. L'ultimo ieri, al culmine del quale la madre della 32enne avrebbe cacciato la figlia, finita nuovamente per strada e in cerca di domicilio.

Ed è proprio in questo peregrinare che Valentina Piccinonno avrebbe incontrato Salvatore Maggi. L'anziano - secondo il racconto della donna - l'avrebbe convinta a salire in auto con lui, offrendole aiuto. Ma successivamente, sempre secondo quanto raccontato agli investigatori da Valentina Piccinonno, l'uomo avrebbe mostrato le sue vere intenzioni. La donna ha raccontato di essersi difesa e di averlo colpito "con ogni cosa che mi capitava, anche con le chiavi".

Una versione tutta da confermare anche grazie all'esito dell'autopsia già fissata per il 3 luglio. sul corpo della donna sono stati riscontrati graffi ed ecchimosi. Graffi ed ecchimosi anche sul volto della vittima, tra cui una ferita lacero-contusa, quella che a detta del medico legale, avrebbe provocato la morte del 74enne, che era cardiopatico. La donna a questo punto sarebbe fuggita con la Fiat Panda della vittima recandosi a Lecce.

Qui il racconto si fa più nebuloso, perchè la 32enne asserisce di aver incontrato un uomo al quale avrebbe chiesto di aiutarla a disfarsi dell'auto con la quale peraltro aveva anche tamponato un'utilitaria.

In via Siracusa, nella zona 167 di Lecce, una pattuglia delle Volanti ha poi sorpreso e fermato la donna. Dentro l'auto della vittima, in una busta, sono stati trovati i vestiti ancora intrisi di sangue dell'anziano e alcuni effetti personali dell'uomo: il portafogli, un blocchetto di assegni e alcuni monili in oro.

Mi sono difesa", ha continuato a ripetere al suo avvocato la donna. L'accusa per lei - contestata dal pm Emilio Arnesano - è di omicidio volontario a scopo di rapina. Gli accertamenti in corso, sui tabulati telefonici del cellulare della vittima e sulle registrazioni di alcune telecamere di videosorveglianza, potranno dare impulso alle indagini così come l'esito dell'autopsia fissata per venerdì prossimo.

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