Tetti divelti, allagamenti in scantinati e negozi, pali della luce pericolanti: è questo il bilancio dei danni causati dal maltempo in tutto il Salernitano. Oltre trenta gli interventi urgenti gestiti dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Salerno. Le zone più colpite l'Agro Nocerino-Sarnese e la Piana del Sele. A Montano Antilia, nel Cilento, i vigili hanno domato anche un incendio avvenuto nel sottotetto di una abitazione, mentre a Campagna si è rotto un cavo dell'Enel che faceva scintille sul manto stradale. Alberi, tegole e pali della segnaletica pericolanti, nonché allagamenti in scantinati, negozi e case sono state le cause delle maggiori richieste d'aiuto da parte dei cittadini ai vigili del fuoco. A Salerno non si sono registrate grandi criticità se non un tetto pericolante nel centro storico.
FANGO CENTRO STORICO DI QUARTO Le ultime piogge hanno riproposto nel centro storico di Quarto (Napoli) e nella zona di fondo valle il problema del fango: i quartieri ai piedi delle colline dei Camaldoli e di Marano si sono state invase dal fango con enormi problemi alla circolazione veicolare.
Difficoltà anche per i pedoni costretti a districarsi tra i materiale di risulta trascinati dalla corrente. Una situazione poi acuita da uno sprofondamento in via Casalanno provocato da un tir, che ha provocato una completa spaccatura nei collegamenti tra il centro e località Bivio. Le colate di fango e detriti sono da addebitare al mancato intervento di Regione e Genio Civile alle vasche di bonifica di via Cuccaro, Pietrabianca e Paratine. Dalla scorsa esatte l'amministrazione comunale ha presentato i progetti di intervento ma non sono stati resi esecutivi, né è stata svolta la manutenzione ordinaria promessa, relativa alla pulizia delle vasche di raccolta. Della questione è stato investito il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che a fine ottobre ha effettuato un sopralluogo e rassicurato gli amministratori quartesi sulla celerità dell'intervento. Quattro i progetti in attesa del placet regionale. Un primo riguarda la pulizia delle vasche e dei canali per 200mila euro, e tre con una tipologia più radicale sulla raccolta e «regimentazione» delle acque piovane per due milioni di euro.