Cattedre, emigrano da Nord a Sud.
La rabbia dei prof: "Una beffa"

Cattedre, emigrano da Nord a Sud. La rabbia dei prof: "Una beffa"
di Gianluca Sollazzo
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Giovedì 10 Settembre 2015, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 12:49
C’è chi arriva e c’è chi parte. Da una parte i 480 prof salernitani neo assunti in ruolo nelle province del centro-nord Italia, costretti tra meno di quattro giorni a salutare parenti e amici dopo la chiamata del cervellone elettronico del ministero dell’istruzione risalente allo scorso 2 settembre. Dall’altra chi dal nord se ne va, lasciando famiglia e casa, come il professore modenese Simone Francia, 41 anni, che lunedì sarà assegnato ad una scuola del salernitano su cattedra di insegnamento per lo strumento musicale alle medie. Due percorsi diversi, due facce dello stessa pazza estate della scuola italiana. Chi è in partenza da Salerno lo fa a malincuore (su 700 assunti in ruolo fuori regione, solo 220 hanno ottenuto il congelamento della presa di servizio usufruendo di una supplenza annuale), con tante incertezze e dubbi legati al proprio futuro, pur avendo in tasca una assunzione a tempo indeterminato impossibile da rifiutare. Chi arriva da Modena a Salerno, in una delle province maggiormente afflitta in Italia dalla emorragia di iscrizioni spera di avere sede più vicina possibile al capoluogo per non finire nel Cilento profondo, dove i collegamenti per un docente pendolare rappresentano impresa non da poco. «Ho trovato casa a Salerno, in piazza Vittorio Veneto, spero quindi di non allontanarmi dal capoluogo», auspica il professore Francia, l’unico docente della sua regione di residenza, l’Emilia Romagna, ad essere assegnato al salernitano dal Miur nella fase B delle assunzioni nazionali.