Anziano morto dopo essere stato spinto dagli scogli,
i giovani killer: "L'abbiamo fatto per divertirci"

Anziano morto dopo essere stato spinto dagli scogli, i giovani killer: "L'abbiamo fatto per divertirci"
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Giovedì 11 Maggio 2017, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 18:41
Hanno confessato i due ragazzi che a Monopoli, in provincia di Bari, hanno provocato la morte di Giuseppe Dibello, 77 anni. «Siamo stati noi a gettare i due anziani dagli scogli, ma non è vero che lo abbiamo fatto per rapinarli. È stata solo una bravata», hanno detto ammettendo di aver spinto la vittima e il suo amico Gesumino Aversa, 75 anni.



I responsabili sono stati subito individuati dai carabinieri, come riporta anche Giallo, e si tratta di due minori di 15 e 17 anni, incensurati. Il sospetto iniziale era che i ragazzi volessero derubare gli anziani, ma solo successivamente, loro stessi hanno confessato di averlo fatto al solo scopo di divertirsi, versione poi confermara dai giudici, visto che nessuno dei due minori è stato trovato con soldi in tasca.

Ad incastrare i due ragazzi è stato un colloquio registrato di nascosto: «Non ne possiamo uscire, né dall’uno né dall’altro. Ormai è morto, il cristiano... Un omicidio è questo. All’inizio ho cercato di dire una caz... Tutta la scena si è vista nel filmato: tu che ti alzavi, hai spinto prima l’uno poi l’altro. Tutti e due sappiamo che lo abbiamo fatto per... Lo abbiamo fatto tutti e due», così avrebbe detto uno dei due al suo complice. Ad accusarli anche l'altra vittima, Aversa, miracolosamente sopravvissuto e ancora sotto choc, che ha detto: «Io stavo per i fatti miei; accanto a me c’era il mio amico, che ha problemi di prostata e che si era affacciato dal dirupo per fare un bisogno. A un certo punto ho visto “volare” Giuseppe e subito dopo qualcuno ha spinto anche me».

Una triste vicenda che ha turbato la piccola cittadina e prima di tutti le famiglie dei ragazzi. La madre del 17enne è rimasta sotto choc e lei stessa ha dichiarato: «Figlio mio, questo è un fatto gravissimo. Assumiti le tue responsabilità e se per te questa è una occasione per rieducarti, devi stare in carcere. Devi dire solo e sempre la verità su ciò che hai fatto e su quello che è accaduto». 
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