Profughi, mentre l'Europa discute sulla
redistribuzione gli stati chiudono le frontiere

Campi profughi e filo spinato in Ungheria
Campi profughi e filo spinato in Ungheria
di Stefania Cigarini
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Martedì 22 Settembre 2015, 03:33 - Ultimo aggiornamento: 12:32
ROMA - La diplomazia punta tutto, o quasi, sulla riunione straordinaria dei ministri europei dell'Interno che si svolgerà oggi a Bruxelles.



Perché la situazione alle frontiere - soprattutto a quelle di Croazia e Slovenia, oltre che dell'Ungheria blindata da un muro lungo quasi 50 chilometri - è tesissima.



Quello dei migranti è un «fenomeno di dimensione immense che va affrontato con scelte lungimiranti, non con la chiusura delle frontiere o con il filo spinato. Sono soluzioni illusorie» ha detto ieri il presidente Sergio Mattarella parlando in Germania a una riunione degli 11 capi di Stato europei. Di nuovo, però, la realtà è molto dura. Sono 120mila i rifugiati da re-distribuire tra i Paesi dell'Unione, principalmente tra Germani e Francia.



Quattromila migranti sono transitati dall'Italia alla Germania, mentre settemila profughi sono arrivati, solo in queste ultime ore, in Croazia; parte di quelle migliaia che hanno abbandonato il confine ungherese per quello serbo-croato. Il ministro dell'Interno, Ranko Ostojic, ha annunciato che se il flusso non si fermerà chiuderà la frontiera con la Serbia, ma agevola il passaggio dei migranti - con treni e autobus - verso i confini con la Slovenia. La quale, a sua volta, sta erigendo un altro muro. Budapest, oltre al muro, ha richiamato a proteggere le frontiere ungheresi anche i riservisti, mentre il premier Viktor Orban ha fatto pubblicare annunci dissuasivi, in inglese e arabo, sui giornali di Libano e Giordania dove attendo, rispettivamente, 1,2 milioni e 630mila rifugiati siriani.
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