Obama e Putin: "Sì a raid congiunti anti-Isis".
Resta il disaccordo su Assad -Foto

Vladimir Putin e Barack Obama
Vladimir Putin e Barack Obama
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Martedì 29 Settembre 2015, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 13:54

Non sarà un accordo totale, ma Barack Obama e Vladimir Putin hanno dimostrato che il dialogo è possibile. Spunta l'ipotesi di raid aerei congiunti anti-Isis, ma le divergenze sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad rimangono e sono nette.

Dopo lo scambio di accuse nei rispettivi interventi all'Assemblea generale delle Nazioni unite, i due leader hanno avuto un faccia a faccia a porte chiuse durato 95 minuti dove si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria, ma sul futuro del presidente Assad «c'e' un forte disaccordo», riferiscono fonti della Casa Bianca. «Il colloquio con Obama e' stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme», ha detto Putin in conferenza stampa. Ma - ha ribadito - i raid aerei in Siria sono illegali perche' non c'e' l'autorizzazione dell'Onu. Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese«. Mentre la Russia e' aperta alla possibilità di partecipare alla campagna aerea contro l'Isis in Siria (»solo se in linea con con il diritto internazionale«), Putin esclude che le truppe russe, gia' schierate nel Paese, attaccheranno sul terreno. Fonti della Casa Bianca riferiscono che gli Usa non considerano il dispiegamento delle forze militari russe in Siria come necessariamente distruttivo per ottenere un risultato positivo sul territorio, ma l'opinione dell'amministrazione dipendera' dalle azioni di Mosca e dal modo in cui proseguiranno.

»Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l'Isis, allora va bene«, sostiene una fonte della Casa Bianca. »Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sara' negativo«, ha aggiunto.

I due leader - emerge inoltre - hanno convenuto che le loro forze armate dovrebbero comunicare al fine di »evitare conflitti militari tra di loro nella regione«. Prima del faccia a faccia, Obama e Putin si erano accusati a vicenda - nei rispettivi interventi all'Assemblea generale dell'Onu - per la catastrofica guerra in Siria e la crisi dei rifugiati che ha contribuito a generare. »Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionale. C'è 'qualcuno' - ha affermato l'inquilino della Casa Bianca con una chiara stoccata a Putin - che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad perché l'alternativa è molto peggio. Assad ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader. Conduco l'esercito più forte che il mondo abbia mai conosciuto e non esiterò mai a proteggere il mio Paese o i nostri alleati unilateralmente e con la forza se necessario. Ma non possiamo risolvere i problemi del mondo da soli«, ha aggiunto Obama sottolineando che »dopo tanto spargimento di sangue, dopo tanta carneficina, non si può tornare allo status quo«.

Lo zar non ha ceduto di un millimetro sulla sua linea, quella di appoggiare il governo di Damasco, »il cui esercito è l'unico in grado di sconfiggere l'Isis. Non cooperare con il governo di Assad è un grave errore«, ha attaccato. Per combattere l'Isis, ha proseguito Putin, »occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale«. Al riguardo Putin ha proposto che il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotti una risoluzione per coordinare le forze che combattono l'Isis e altri gruppi terroristici.

MOGHERINI: "ACCORDO STORICO" «È stato molto importante che l'incontro tra Obama e Putin abbia avuto luogo, in qualche modo e' un fatto storico, dopo oltre un anno che non si vedevano»: lo afferma l'alto rappresentante degli Affari esteri dell'Ue Federica Mogherini all'Onu. «E soprattutto con un tema in agenda che non è l'Ucraina - aggiunge -. Questo significa che abbiamo agende globali e comuni». Per Mogherini «e' interesse di tutti avviare una doppia strada, da una parte la transizione politica in Siria e dall'altra la lotta comune contro il terrorismo».

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