Dopo un'ennesima maratona negoziale, segnata da scontri e discussioni «emotive», i capi di Stato e di governo dell'Ue hanno raggiunto nella notte un accordo sulla redistribuzione dei migranti. «I leader - ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk - hanno deciso che 40mila persone saranno redistribuite da Italia e Grecia negli altri Paesi nei prossimi due anni. I ministri degli Interni finalizzeranno lo schema entro la fine di luglio».
Mentre altri 20mila attualmente nei campi profughi fuori dall'Europa saranno ricollati, per un totale di 60mila persone.
Al punto che, mentre i toni si facevano più alti e concitati, i leader hanno interrotto le discussioni e hanno chiesto al premier britannico David Cameron di intervenire e di spiegare il suo piano per rinegoziare il rapporto con Bruxelles in vista del sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Ue.
Durissimo il premier Matteo Renzi, che ai leader ha detto: «Se non siete d'accordo sui 40mila, non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c'è la solidarietà o non ci fate perdere tempo». Forte è stato lo scontro anche tra Tusk, che insisteva per inserire nelle conclusioni il principio della volontarietà nella redistribuzione dei migranti, ed il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha difeso a spada tratta la sua proposta.
In tarda serata è stata messa sul tavolo una nuova bozza, che però è stata respinta, fino all'approvazione del documento secondo cui i Paesi membri «decideranno per consenso» sulla redistribuzione dei migranti. Da questa potrebbero essere escluse Ungheria e Bulgaria.