Libia, firmato storico accordo per un governo di unità nazionale

Libia, firmato storico accordo per un governo di unità nazionale
di Mario Fabbroni
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Giovedì 17 Dicembre 2015, 15:36 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 08:19
ROMA - Se sarà storica, lo dirà solo la storia. Ma, per ora, il giorno dell'intesa firmata allo scopo di garantire alla Libia un governo di unità nazionale, viene comunque definito «storico» dall'inviato speciale dell'Onu, Martin Kobler, parlando a Skhirat (in Marocco) durante la cerimonia.


«Firmando questo accordo politico - ha chiarito poi il diplomatico tedesco - state portando a termine un processo, state voltando pagina. In Libia siete personaggi politici importanti e la vostra presenza qui dimostra il vostro impegno a far ripartire la transizione democratica in Libia». Secondo gli ultimi dati, gli esponenti di Tobruk hanno firmato in 88, mentre quelli del Congresso nazionale di Tripoli in 22.

La Libia che nel febbraio del 2011 si liberò del colonnello Muammar Gheddafi, dopo cinque anni di guerra civile strisciante prova quindi a dar vita a una svolta, sottoscrivendo l'accordo proposto dal mediatore delle Nazioni Unite.

Il consigliere militare del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il generale Paolo Serra, ha chiesto 40 giorni di tempo per mettere in sicurezza la capitale, Tripoli, con l'aiuto di forze di polizia internazionale che l'Italia e l'Inghilterra dovrebbero garantire. Per diventare efficace, il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite dovrà comunque approvare una risoluzione che potrebbe autorizzare l'uso di contingenti di polizia e di addestratori, anche perché resta prioritaria la lotta all'Isis.

Ma fanno da contraltare i numeri del fallimento dell'Europa sui migranti: dallo scorso settembre sono stati ricollocati appena uno su mille. In particolare, redistribuiti da luglio 600 rifugiati sui 22mila aventi diritto, da settembre 184 su 160mila. Renzi però difende l'Italia: «Noi siamo andati oltre gli impegni, ingrata la procedura d'infrazione sugli hotspot». E una lettera in arabo (contenete minacce) è stata recapitata al ministro Orlando: rafforzata l'allerta.