Allarme Ebola: "1,4 mln di casi entro gennaio".
L'Ue: da noi rischio basso, ma stiamo attenti

Allarme Ebola: "1,4 mln di casi entro gennaio". L'Ue: da noi rischio basso, ma stiamo attenti
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Martedì 23 Settembre 2014, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 09:59
NEW YORK - Cresce l'allarme ebola: entro il prossimo gennaio i casi di infezione in Africa occidentale potrebbero raggiungere quota 1,4 milioni. Ne è convinto il Centers for Disease Control and Prevention, l'ente nazionale americano che si occupa di salute pubblica.



Secondo il Cdc, nella peggiore delle ipotesi è questo lo scenario che si profila per la Liberia e la Sierra Leone se non si adotteranno le misure necessarie per fermare l'epidemia. I due paesi africani potrebbero arrivare a toccare già quota 21 mila casi entro il prossimo 30 settembre.



Il New York Times scrive che i dati tengono in considerazione il fatto che molti casi non vengono rilevati e che in realtà sono superiori di due volte e mezzo quelli riportati. Ma oltre ad un scenario negativo, il Cdc ne prevede in realtà anche uno positivo e che si profilerebbe qualora le vittime siano sepolte in modo corretto e con il 70% dei pazienti curati in ambienti con basso rischio di trasmissione. In questo caso - dice - in entrambi i paesi l'epidemia sarebbe estinta entro fine gennaio dell'anno prossimo.



L'UE: RISCHI BASSI MA NON ABBASSARE GUARDIA Il rischio ebola in Europa «rimane basso per tutta una serie di ragioni, ma nonostante tutto dobbiamo rimanere vigili, e non abbassare la guardia». Lo ha detto il Commissario europeo per la Salute Tonio Borg, nella conferenza conclusiva del meeting informale dei ministri europei della Salute, che si è appena chiusa a Milano. Borg ha ricordato che il rischio rimane basso anche perchè una persona contagiata che abbia già i sintomi «sarebbe troppo debole per viaggiare», ma anche che «la malattia non è contagiosa a meno di alcune particolari condizioni». Inoltre sono stringenti «i controlli negli aeroporti, e il nostro sistema di igiene e salute è di un livello particolarmente elevato».



L'Europa, per mantenere alta la guardia, ha messo in campo diverse azioni: «Siamo riusciti a creare una rete di laboratori per effettuare i test, a favore di quei Paesi europei non sufficientemente attrezzati. Ma anche una rete di letti a disposizione delle persone infette, in caso di emergenza. Ora l'obiettivo sarà quello di organizzarci meglio e di coordinarci in caso si debba evacuare qualche concittadino che, magari perchè in missione in Africa, dovesse risultare contagiato».



In totale l'Ue ha già stanziato 150 milioni di euro per progetti d'intervento rivolti all'Africa Occidentale, dove l'epidemia di ebola è diventata endemica, «cifra che non include - ha concluso Borg - ad esempio il contributo con risorse umane e i laboratori allestiti in loco».



OMS: 20MILA CASI ENTRO NOVEMBRE Più di 20.000 persone saranno infettate dal virus ebola entro novembre se non si farà nulla per rafforzare le misure di controllo dell'epidemia in Africa occidentale, avverte l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in uno studio pubblicato oggi dal New England Journal of Medicin. «Se non vi sarà alcun cambiamento nelle misure di controllo dell'epidemia», a novembre si conteranno 9.939 casi in Liberia, 5.925 in Guinea e 5.063 in Sierra Leone, secondo gli esperti.
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