Gerusalemme, attacco in sinagoga: 4 fedeli
uccisi con asce e pistole. Uccisi i due terroristi

Gerusalemme, i corpi sull'asfalto in Sinagoga
Gerusalemme, i corpi sull'asfalto in Sinagoga
di Gianluca De Rossi
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Martedì 18 Novembre 2014, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 10:38

ROMA - Asce agitate al grido di «Allah è grande», e poi coltelli, pistole e spranghe, e la strage all’ora della preghiera è consumata. Martedì di sangue a Gerusalemme, dove quattro rabbini israeliani sono stati uccisi nel complesso religioso nel rione ortodosso sefardita di Har Nofe.

Tre vittime avevano cittadinanza Usa, la quarta britannica, e sono stati massacrati mentre avevano addosso ancora il loro “talled”, il manto rituale delle preghiere ebraiche. Altri otto religiosi sono rimasti feriti nel corso di un attentato compiuto da due killer palestinesi. Nessuna pietà neppure per gli assalitori, uccisi da un poliziotto di Israele.

La carneficina, riportano radio Gerusalemme e la radio militare israeliana, è stata rivendicata dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, di ispirazione marxista.

Ed è subito giubilo per i palestinesi sui social network: «vendetta eroica». E Gaza fa festa. Hamas si è felicitato per l’attentato. Secondo il portavoce di Hamas Mushir al-Masri «si è trattato di una vendetta eroica e rapida per l’esecuzione di Yusuf al-Rumani», un conducente di autobus palestinese trovato ieri morto a Gerusalemme.

La strage è durata pochi minuti: secondo le prime ricostruzioni della polizia i due attentatori hanno fatto irruzione nel collegio rabbinico e nella sinagoga mentre decine di fedeli recitavano le preghiere del mattino. «Sono stati attimi di puro terrore», ha detto uno dei testimoni, e i soccorritori hanno poi trovato i corpi mutilati e insanguinati in stanze diverse dello stesso complesso. «Il primo terrorista è entrato mentre stavamo pregando ed ha cominciato ad esplodere colpi con una pistola gridando “Allah Akbar” (Dio è il più grande), pochi secondi dopo è entrato il secondo brandendo un grosso coltello da macellaio e ha iniziato a colpire chiunque avesse davanti». Joseph Pasternak, padre di 8 figli sopravvissuto all’attentato, lo racconta ancora con la voce terrorizzata. I due killer palestinesi, giunti da Jabel Mukaber, quartiere arabo di Gerusalemme est, sono stati poi uccisi da un agente della polizia israeliana.

Le immagini della strage in sinagoga all’ora della preghiera hanno sconvolto il Paese: «Scena terrificante», raccontano i testimoni. E il premier Benyamin Netanyahu raccoglie tutto lo sdegno di Israele: «Reagiremo duramente alla crudele uccisione di ebrei che si erano recati a pregare, da parte di biechi assassini». E accusa Abu Mazen e Hamas di essere responsabili dell’attentato «che è stato una conseguenza diretta del loro incitamento». Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato «l’uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano». Ma le sue parole non riusciranno a fermare l’escaltion di violenze.

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