Effetto Jobs Act, le imprese tornano
ad assumere: ecco come e perché

Giuliano Poletti e Matteo Renzi (LaPresse)
Giuliano Poletti e Matteo Renzi (LaPresse)
di Valeria Arnaldi
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Martedì 17 Marzo 2015, 03:34 - Ultimo aggiornamento: 12:41
ROMA - Nei primi venti giorni di febbraio, sono state 76mila le richieste presentate dalle imprese “per accedere alla decontribuzione per assunzione a tempo determinato”.





È stato il neo presidente dell'Inps Tito Boeri, ieri, alla sua prima uscita pubblica, a fare i conti in tasca al Jobs Act, misurandone i primi effetti. «Le decontribuzioni, previste dalla legge di stabilità, che per il momento valgono soltanto per l'anno in corso – starà al Governo poi decidere se estendere la misura agli anni successivi - favoriscono le imprese fino a 8mila euro annui. I primi dati – ha commentato Boeri – sono incoraggianti». Almeno per ora. E sulla carta. Bisognerà attendere fine mese per la diffusione dei numeri di assunzioni fatte dalle imprese a seguito dell'incentivo triennale sui contributi Inps previsti per i contratti a tempo indeterminati siglati nel 2015. E la valutazione non potrà essere condotta solo sui numeri.



Bisognerà anche valutare la tipologia di rapporti. Ad oggi, otto su dieci sarebbero contratti di stabilizzazione di precari. Per il ministro del Lavoro, Giulio Poletti, comunque, i primi riscontri evidenziano un cambio di direzione del sistema economico. «Continueremo a monitorare gli effetti della norma – assicura la sottosegretaria al Lavoro, Teresa Bellanova - e, nel frattempo, siamo impegnati a costruire gli altri elementi utili a completare il quadro delineato con il Jobs act».



Insomma, più lavoro per molti, se i dati saranno confermati a fine mese. O almeno, più stabilità per alcuni. Intanto, però, a gennaio, secondo i dati dell'ultimo rapporto mensile Abi, nel portafoglio delle banche italiane i prestiti in sofferenza hanno raggiunto la quota di 185,5 miliardi, con un aumento di 25 miliardi rispetto a gennaio 2014. Il rapporto tra impieghi e sofferenze ha toccato il valore più alto dal 1996: 9,7%. E, prima della crisi, ossia a fine 2007, era pari al 2,8%. Per le imprese il dato sale al 16,3% dal 13,4% dell'anno prima. Calate, invece, le sofferenze nette, da 84,5 miliardi di dicembre a 81,2 miliardi. In ulteriore calo, a febbraio, i prestiti delle banche a famiglie e imprese.
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