Fisco, arriva l'accordo tra Italia e Svizzera:
firma a metà febbraio. Ecco in cosa consiste

Fisco, arriva l'accordo tra Italia e Svizzera: firma a metà febbraio. Ecco in cosa consiste
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 19:30
ROMA - Buone notizie sul fronte economico e fiscale: il Governo italiano ha concluso l'accordo tanto atteso con le autorità svizzere. «Abbiamo l'accordo con la Svizzera. Per la firma bisogna bisogna aspettare ancora qualche settimana, sarà probabilmente a metà febbraio», ha confermato Vieri Ceriani, consigliere Affari fiscali al Tesoro, spiegando che l'accordo conterrà lo scambio di informazioni di natura finanziaria per una roadmap su frontalieri, Campione d'Italia e Blacklist.



Il negoziato, durato circa tre anni, ha portato a un testo condiviso che prevede lo scambio «a richiesta» di informazioni di natura finanziaria e andrà a modificare l'attuale trattato sulla doppia imposizione Italia-Svizzera, rivedendo l'articolo sullo scambio di informazioni adeguandolo all'ultimo standard Ocse. Sarà, ha spiegato Ceriani in un incontro con la stampa, un testo che andrà sottoposto alla ratifica dei due parlamenti, che però avrà tempi un po' più lunghi, di almeno un anno e mezzo o due.



Sugli altri temi, regime fiscale dei frontalieri (residenti in Italia e che lavorano in Svizzera), Campione d'Italia e uscita di Berna dalla blacklist «c'è un accordo politico, la definizione di una road map, un percorso per il futuro dei negoziati». L'accordo bilaterale sullo scambio di informazioni si affianca al contesto di adesione al modello per lo scambio automatico di informazioni Ocse, come proposto dal G20 e adottato dalla Ue, che la stessa Svizzera si è impegnata politicamente ad attuare dal 2017 (mentre partirà già dal prossimo anno in «60 Paesi».



Lo scambio di informazioni a richiesta, anche se più o meno nello stesso periodo diventerà operativo anche quello automatico, «è comunque indispensabile che consentirà all'Agenzia delle Entrate di chiedere informazioni non solo per i redditi di natura finanziaria». Lo scambio automatico, in sostanza, è «più limitato», nonostante rappresenti «un passo avanti colossale e uno strumento di lotta all'evasione impensabile solo qualche anno fa».
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