Draghi: "Forze globali limitano l'economia".
L'Ue rivede al ribasso la crescita italiana

Mario Draghi
Mario Draghi
di Mario Fabbroni
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 03:23 - Ultimo aggiornamento: 10:32
La Banca Centrale Europea «non si arrenderà davanti alla bassa inflazione». Il presidente dell'istituto, Mario Draghi, anticipa la linea in un discorso alla Bundesbank, sottolineando che «i rischi che potrebbero scaturire dall'agire troppo tardi, superano i rischi che potrebbero arrivare dall'agire troppo presto». Draghi individua anche uno dei “colpevoli” della crescita con il contagocce nella Zona Euro: «Ci sono forze nell'economia globale che, tutte assieme, stanno mantenendo bassa l'inflazione».


Una “cospirazione globale” tirata in ballo in maniera non casuale da un banchiere esperto come Draghi ma, al tempo stesso, tutt'altro che definita. Il “giallo” agita gli ambienti economici. Sul banco degli imputati sale per esempio l'e-commerce, che proprio Draghi cita come esempio deflattivo: nonostante i prezzi più trasparenti e la maggiore concorrenza tra i fornitori, le massicce vendite online tenegono giù i prezzi al consumo nelle strutture commerciali “reali”. Questo mentre la banconota da 500 euro potrebbe presto sparire dalla circolazione (secondo la Bce rischia di facilitare il finanziamento del terrorismo) e riecheggia l'ammonizione del commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari, Pierre Moscovici: «Se Schengen viene messa a rischio, il costo per l'economia sarà molto alto».

Sta di fatto che soprattutto l'Italia non sembra passarsela bene se vista attraverso la lente di Bruxelles. In una riga, ecco il giudizio della Commissione europea sulla situazione economica e fiscale del Belpaese: «I consumi sostengono la ripresa, ma il deficit strutturale peggiora».

L'Ue rivede al ribasso le stime della crescita nostrana, che nel 2016 sarà dell'1,4% e del 2017 dell'1,3%. I dati – che restano significativi dopo anni di depressione - sono in marginale ribasso rispetto alle stime di novembre e «ancora sotto la media europea».

I conti pubblici insomma non tornano: sempre Bruxelles calcola che nel 2017 il deficit scenderà all'1,5% (dato necessario per centrale il pareggio promesso nel 2018) unicamente grazie al doppio aumento Iva, la cui eliminazione costerebbe oltre 20 miliardi di euro. Insomma, il debito resta alto.
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