L'Europa e lo spettro della deflazione, ora
occhi puntati su Draghi e sul Q.E.

Mario Draghi
Mario Draghi
di Alessandra Severini
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Martedì 1 Marzo 2016, 08:12
I prezzi tornano a calare nel mese di febbraio. Secondo i dati Istat, nel mese appena concluso si registra una diminuzione dei prezzi al consumo dello 0,3% su base annua, il più ampio da oltre un anno (gennaio 2015), e una riduzione dello 0,2% anche su base mensile. A gennaio 2016, c'era stato un aumento dei prezzi dello 0,3% sull'anno e un calo dello 0,2% sul mese.

I dati mostrano ribassi “diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto”, ma in particolare calano i prezzi dei carburanti (benzina a -6,1%), dei vegetali freschi e dei servizi di trasporto. Vede nero Confcommercio, secondo cui «senza un'improbabile e brusca inversione, difficilmente si tornerà prima della prossima estate a tassi di variazione positivi dei prezzi al consumo su base annua e, quindi, diventa già difficile ipotizzare un'inflazione per il 2016 attorno al mezzo punto percentuale».

Dopo nove mesi di lievi ma costanti rialzi torna dunque l'incubo deflazione, che in realtà non riguarda solo l'Italia, ma tutta l'eurozona. A febbraio, infatti, l'inflazione nell'area euro è tornata in territorio negativo, scendendo a -0,2% rispetto allo 0,3% di gennaio.

Per questo ora gli occhi sono puntati tutti su Francoforte, nell'attesa che la Bce adotti le misure già annunciate dal governatore Draghi per marzo. Oltre a tagliare ancora il tasso sui depositi, la Banca centrale potenzierà con tutta probabilità il Quantitative easing, alzando la soglia del piano di acquisto dei titoli di Stato che oggi procede al ritmo di 60 miliardi al mese. 

Ma non è detto che Draghi riesca a convincere l'intero consiglio della Bce. La Bundesbank di Jens Weidmann, per esempio, ha da tempo espresso un certo scetticismo sull’efficacia del Qe.
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