Bankitalia, Visco: "Serve uno sforzo eccezionale per uscire dalla crisi"

Ignazio Visco
Ignazio Visco
di Margherita Ossoli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Giugno 2017, 09:09
Chiarezza e concretezza per uscire dalla crisi. «Uno sforzo eccezionale» lo chiama il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, per andare avanti con le riforme e non rimandare più l'impegno per ridurre il debito pubblico che espone il Paese alla sfiducia dei mercati e a «fenomeni di contagio».

Un richiamo severo alla politica quello che viene dal numero uno di via Nazionale, che non fa mistero di temere «l'incertezza politica» legata a un eventuale voto anticipato. «Il consenso va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà» dice Visco alle forze politiche già pronte a lanciarsi nella campagna elettorale. In effetti le conseguenze della crisi economica sono ancora tutte là, con un Pil che ritornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2025 e la disoccupazione, che è «l'eredità più dolorosa della crisi», e va contrastata con più vigore perché la questione del lavoro è «centrale» per lo sviluppo del Paese.

I dati Istat pubblicati ieri confermano le parole del governatore. Sebbene ad aprile il tasso di disoccupazione sia sceso all'11,1%, toccando il minimo da settembre 2012, il mercato del lavoro rimane in affanno, lontano dalle performance di altri paesi europei come la Germania, dove la disoccupazione raggiunge a malapena il 5,7%. Inoltre l'aumento degli occupati riguarda soprattutto le persone ultra 50 enni. La disoccupazione giovanile rimane stabile e alta (al 34%) come alto é il numero degli inattivi. Basta pensare che oggi gli over 50 al lavoro, complice l'andamento demografico e gli interventi di stretta all'accesso al pensionamento degli ultimi anni, sono ormai più di otto milioni, tre milioni in più rispetto a 12 anni fa. Coloro che hanno meno di 35 anni sono appena 5,1 milioni a fronte dei 7,4 milioni di 12 anni fa.

Visco comunque si è detto «fiducioso» sul futuro italiano pur esortando ad affrontare quelli che sono i veri pericoli per il paese: oltre all'alto debito pubblico, anche i crediti deteriorati delle banche. Ma la soluzione, ha avvertito il governatore di Bankitalia - le cui parole sono state supportate dall'insolita presenza a Palazzo Koch del numero uno della Bce Mario Draghi non è l'uscita dall'euro, «un'illusione» portata avanti da chi parla senza cognizione di causa». Le soluzioni suggerite sono altre: le riforme strutturali, il sostegno alla concorrenza e all'innovazione e la crescita della spesa per gli investimenti pubblici con politiche economiche che devono avere «una veduta lunga».
© RIPRODUZIONE RISERVATA