Dell'escalation del turismo sommerso se n'è parlato anche in Comune nei giorni scorsi, durante il primo incontro del comparto turistico con la nuova amministrazione e con l'assessora al Turismo Teresa Armato, a cui è già ben chiaro uno dei punti centrali del problema: la difficoltà di tracciare le case che in realtà sono adibite a strutture ricettive. «Valuteremo la possibilità di allargare l'obbligo di presentazione della Scia anche alle locazioni brevi - spiega lei stessa - Ne parlerò con la Regione».
Le associazioni di categoria del turismo chiedono un aumento dei controlli sulle attività. Come sarà possibile portare avanti le verifiche?
«I controlli stanno già avvenendo, grazie a una stretta collaborazione tra Suap e polizia municipale.
Il boom del turismo sommerso è tutt'altro che casuale. Per recuperare il terreno perso con la crisi economico-pandemica, tanti aggirano le imposte. E il nero cresce anche nei trasporti, nel wedding, nei cantieri. La questione dell'evasione e dell'abusivismo nel post-Covid, insomma, è un gioco delle tre carte in cui a perdere sono sempre la cosa pubblica e la qualità della vita collettiva, che a Napoli annaspa. Come uscirne?
«Un'idea ce l'abbiamo già. Dopo i colloqui con i delegati delle associazioni del turismo, è nata un'ipotesi che a breve svilupperemo: potremmo mettere in campo l'ipotesi di una rivalutazione e di un allargamento dell'obbligo della Scia, così da favorire il tracciamento delle strutture ricettive reali, delle case napoletane che davvero ospitano i turisti, insomma. Con la mia collega all'Urbanistica, Laura Lieto, mi confronterò invece sul tema delle soluzioni abitative in centro: il turismo deve essere una risorsa importante per il cuore di Napoli, ma va posto in sintonia con i diritti delle famiglie».
Abbac sottolinea che un sistema del genere esiste in altre Regioni, come in Lombardia, Veneto e Calabria, dove la Scia è definita anche nei termini di «locazione turistica».
«Serve regolamentare gli affitti brevi. E allo stesso tempo stiamo portando avanti una ricognizione sulla tassa di soggiorno. Per il 2021, sono stati incassati circa 3,5 milioni dei 4 previsti dal Comune, più i 5,5 milioni degli 8 di rimborso Covid arrivati dal Ministero. Nel 2019 erano stati incassati circa 12 milioni, sempre dalla tassa di soggiorno, e per il '21 abbiamo chiesto su quali capitoli di spesa siano state allocate le entrate. L'intenzione è reinvestire nel settore del turismo le risorse provenienti da questa imposta. In generale, cercheremo di realizzare eventi in tutte le stagioni a Napoli. Mi piacerebbe creare un programma che copra tutti i mesi dell'anno, da maggio a Natale: un'offerta turistica specifica per ogni periodo, affinché Napoli diventi un'esperienza da vivere, e non un bene da consumare. Intendo coinvolgere anche il mondo accademico, per sponsorizzare la città, e le scuole».
Gli operatori riferiscono della vostra idea di far stazionare i bus turistici al Brin, per evitare il congestionamento del traffico natalizio. Come si articolerà il piano?
«Si tratta di un provvedimento in fieri, che a giorni sarà definito. Insieme con gli assessori De Iesu e Cosenza, stiamo valutando di far fermare i bus turistici al Brin nei festivi, prefestivi e weekend. Allo stesso tempo potenzieremmo gli altri mezzi di trasporto, cosicché i vacanzieri mordi e fuggi visitino Napoli in poche ore senza appesantire la circolazione in centro. Naturalmente, non vieteremo l'accesso ai bus che portano i clienti negli alberghi. Se dagli operatori arriveranno proposte su altri luoghi ideali per il parcheggio dei bus, le valuteremo».