Elezioni a Napoli, Tommaso Nugnes candidato con Manfredi: «Onorerò la memoria di mio padre»

Elezioni a Napoli, Tommaso Nugnes candidato con Manfredi: «Onorerò la memoria di mio padre»
di Adolfo Pappalardo
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Martedì 31 Agosto 2021, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 15:07

«Farò ritornare quel nome tra i banchi, un motivo di grande orgoglio per me», dice Tommaso Nugnes, che in consiglio comunale, vuole portare il suo cognome. Nugnes, infatti, è figlio di Giorgio, l'assessore della Iervolino, che si tolse la vita nel 2008 per un'inchiesta su Pianura. Dolore immenso e privato per Nugnes jr che disse no a Renzi segretario che voleva farne un testimonial della malagiustizia italiana. Lui, invece, si è messo a fare politica dal basso: prima come consigliere di municipalità, poi assessore. E ora tenta il salto a San Giacomo con il Pd che su di lui punta molto. 

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Come vive questa competizione elettorale?
«La carica emotiva è indubbiamente forte, perché c'è un doppio risultato da ottenere: oltre a quello elettorale ovviamente, far ritornare quel nome tra i banchi di palazzo San Giacomo dove è stato per 20 anni.

Come mi chiedono tutti in questi giorni mentre batto il quartiere porta a porta. È una doppia sfida, quindi, e non improvvisata perché ho iniziato dallo scalino più basso del partito, dalla municipalità, dal mio quartiere. Ho fatto la gavetta e ora mi sento pronto per il salto».

Eppure c'è stato un momento, quando Renzi era segretario, che poteva fare il salto direttamente. Ci fu l'offerta di andare al Lingotto.
«Il sentimento politico deve essere sentito convintamente e allora decidemmo con mia madre di evitare percorsi che potevano sembrare banali strumentalizzazioni. Perciò il cammino è partito dal basso, anche per capire se c'era la passione e non solo il cognome. Perché è Tommaso che si candida e non il figlio di Giorgio a farlo. Io sono orgoglioso di mio padre ma non è che se lui sapeva fare politica, dovevo saperla fare per forza io. Poi iniziando già dall'università, è partito il mio percorso».

Niente scorciatoie.
«In famiglia ricordiamo le campagne che faceva mio padre: consumava le suole delle scarpe. E per rispetto a lui non sono stato mai affascinato dall'idea di dover ottenere qualcosa solo per il merito indiretto di mio padre. Mi dispiace ma serve la gavetta se vuoi fare politica non essere figlio di...».

Cosa pensa di quest'alleanza larga con i grillini?
«La coalizione che si è costituita, che dovrebbe portare a un futuro centrosinistra, mi incuriosisce molto».

In che senso?
«Prima con loro non c'era dialogo, anzi un muro ma ora si è aperto un discorso più costruttivo. Sono sincero: all'inizio ero un po' diffidente ma vedere che si può dialogare mi dà ottimismo per il futuro».

Invece il centrosinistra esce spaccato a Napoli per la corsa solitaria di Bassolino. È stato un errore?
«Era auspicabile un campo comune in tempi non sospetti: oggi con tre alternative di centrosinistra si rischia di penalizzare il risultato facendo il gioco di altri».

Molti del Pd sono andati con l'ex sindaco.
«Mi dispiace per chi è andato altrove. Mi riferisco a Toti Lange o a Giorgio De Francesco: ci siamo sentiti e ci siamo incoraggiati reciprocamente».

Un suo progetto appena seduto in consiglio?
«Lavorare e basta scuse che non ci sono soldi. In questi anni ho capito che si poteva fare qualcosa. Appena diventato assessore in Municipalità abbiamo organizzato l'ufficio e presentato progetti per il verde pubblico del quartiere. A San Giacomo abbiamo trovato dirigenti volenterosi e ora Pianura è primo tra i quartieri per il verde affidato e per il miglior verde manutenuto. Abbiamo solo sfruttato le risorse dei bandi pubblici e ora con la Regione partecipiamo a un progetto con 7 parchi in cui verranno inseriti alcuni ex disoccupati Bros». 

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