Il debito del Comune di Napoli ammonta a quasi 5 miliardi. Lo scrivono i Revisori dei conti di Palazzo San Giacomo - Costantino Sessa (presidente), Domenico Carozza e Antonio Daniele nel parere allegato al consolidato 2020, che andrà oggi in Consiglio comunale. Nel dettaglio il debito monster ammonta a 4.899.650.012 euro con un incremento rispetto all'anno precedente di 250 milioni. Nel 2019 infatti il debito ammontava a 4.650.933.455 euro. Il 65 per cento del debito è relativo ai finanziamenti: 3,2 miliardi di euro calcolati al 2020, con un peggioramento rispetto all'anno precedente, quando ammontava a 2,7 miliardi. Tra questi debiti ci sono i prestiti obbligazionari verso altre amministrazioni pubbliche, verso banche e tesorerie. Poi ci sono i debiti verso i fornitori che ammontano a 812 milioni (l'anno prima erano pari a 679 milioni). Lo stato patrimoniale attivo dell'Ente, vale a dire beni demaniali, terreni, fabbricati infrastrutture, ammonta a 9 miliardi.
Tutti numeri che fotografano la situazione deficitaria di Palazzo San Giacomo, come si evince inoltre dalla relazione semestrale degli stessi Revisori dei Conti sul piano di riequilibrio, dove scrivono: «Napoli non è in linea con quanto previsto nel piano». Altro tallone d'Achille le alienazioni immobiliari, pari a zero. Nel 2019 su 50 milioni previsti di immobili da vendere l'Ente ha incassato soltanto circa 5 milioni. C'è poi il capitolo dei residui attivi, crediti che il Comune vanta nei confronti di cittadini, che continua a crescere di anno in anno: alla fine dello scorso anno era di 3 miliardi. I residui passivi ammontano invece a 781 mila euro. Nel consolidato c'è una parte relativa alle partecipate di Palazzo San Giacomo. «Il Collegio si legge nel documento - rileva che risultano pervenute solo da Elpis Srl in liquidazione, Terme di Agnano Spa in liquidazione e Napoli holding Srl le obbligatorie informative, asseverate dai rispettivi organi di revisione, relative ai rapporti di credito-debito verso il Comune, necessarie per garantire l'attendibilità dei dati certificati».
La capacità di riscossione rispetto è meno dell'uno per cento: un solo napoletano su 3 paga le tasse. Come si evince dall'ultimo rendiconto della gestione finanziaria del Comune, alla voce recupero dell'evasione (Imu, Tari, Cosap e altri tributi) gli accertamenti ammontano a 72 milioni di euro, a fronte di 697 mila euro di riscossioni. Questo significa che l'Ente incassa appena lo 0,9% di tributi evasi. Il basso grado di efficienza dell'attività di contrasto all'evasione tributaria rimane un problema fondamentale per l'ente. Critiche piovono dall'opposizione. Giuliano Annigliato, presidente di Essere Napoli tuona: «Manfredi sapeva quale fosse il deficit del Comune. Non ci sono i soldi neanche per i servizi minimi come i trasporti. Mentre avanza il Covid vediamo bus stracolmi di persone. Il sindaco si assuma le sue responsabilità».