Decumani, sfrattati Vico Pazzariello e il Teatrino di Perzechella: «Pronti allo sciopero della fame»

Decumani, sfrattati Vico Pazzariello e il Teatrino di Perzechella: «Pronti allo sciopero della fame»
di Giuliana Covella
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Giovedì 25 Giugno 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:58

«Ho iniziato lo sciopero della fame per salvare Vico Pazzariello Arts e Perzechella». L'appello è di Angelo Picone che, insieme a Giuseppina Candelora, sua compagna nella vita e nell'arte, tra pochi giorni rischia di essere sfrattato dai locali che occupano con le due associazioni culturali al centro storico. Due avvisi di sgombero sono stati recapitati alla coppia dai proprietari degli immobili al civico 4 di vico Pallonetto a Santa Chiara e al civico 11 di vico Pazzariello. Due realtà artistiche che esistono e resistono dai primi anni '90 nei vicoli dei Decumani. Avamposti di cultura, arte e solidarietà da cui durante l'emergenza Coronavirus è partita l'iniziativa del paniere solidale. «Ora paradossalmente siamo noi ad avere bisogno d'aiuto - dice Picone - e per scongiurare la chiusura siamo partiti con una mobilitazione collettiva, che toccherà strade e vicoli del centro antico fino al 12 luglio».

Due proprietari diversi per i due locali: quello di vico Pazzariello, per il quale è stato annunciato il mancato rinnovo del contratto di locazione e di conseguenza l'invito a lasciarlo libero dal primo luglio per essere venduto; e quello di vico Pallonetto, dove c'è il Teatrino di Perzechella guidato da Giuseppina Candelora, che fa spettacoli e attività didattiche per i ragazzi e che sarà sgomberato perché «occupato senza titolo». «In realtà questi sfratti sono frutto della turistificazione - tuona Picone - cioè di quel processo di speculazione che sta portando in alcune zone della città, in particolare il centro storico, allo spopolamento di botteghe storiche e presidi di cultura come il nostro». I due artisti si sono incontrati nel 2010 in occasione dell'inaugurazione di Vico Pazzariello, dove si fanno produzione e diffusione di arte di strada (e si offre anche ospitalità ai colleghi che arrivano da altre città), «ma sin dal 1993 avevamo creato ciascuno la propria associazione culturale, che poi abbiamo unito». Oggi Angelo e la sua compagna si occupano di diffondere e tutelare le tradizioni della cultura partenopea. Pina realizza laboratori didattici per i giovani, creando simboli di Napoli a base di cioccolato come il Maschio Angioino, la Basilica di San Francesco di Paola, il Vesuvio, ma anche cioccolatini con i nomi delle canzoni, il cuoppo, il piennolo di pomodorini o ancora la nzerta d'aglio. «Per far capire che Napoli e il suo centro storico sono il museo a cielo aperto più grande d'Europa». Ma ora tutto questo rischia di scomparire per sempre.
 


«Basta entrare nei due locali dove hanno sede Vico Pazzariello e il Teatrino di Perzechella per rendersi conto di ciò che il nostro lavoro ha significato in questi vicoli per 25 anni», dice Angelo mentre parla delle tante attività di artista di strada, tra cui la passeggiata teatralizzata «raccontando Pino Daniele, di cui ho aperto come Pazzariello i 5 concerti al Palapartenope nel 2014, come mostra la foto affissa sulla parete». Ma soprattutto Angelo e Pina si sono inventati il «turismo neorealista»: «fuori alla sede di Vico Pazzariello c'è un grande tavolo intorno al quale si siedono i turisti. La visita guidata si trasforma in momento di condivisione, cultura e convivialità perché le persone del posto preparano per loro piatti tipici della tradizione. Un modello virtuoso con cui vorremmo rilanciare l'economia del vicolo dopo la pandemia». Intanto fino alla metà di luglio proseguirà la mobilitazione per evitare lo sfratto. 

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