Nozze Tony Colombo, ecco i whatsapp e gli sms con il fratello del sindaco de Magistris

Nozze Tony Colombo, ecco i whatsapp e gli sms con il fratello del sindaco de Magistris
di Leandro Del Gaudio
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Mercoledì 23 Ottobre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 15:45
Era consapevole che quella cosa lì, in piazza Plebiscito, tutto era tranne che un flash mob. E avrebbe speso il suo nome - con una telefonata via whatsapp alla segretaria del sindaco -, per aiutare il cantante neomelodico a dissimulare: per garantirgli l'uso della piazza più famosa di Napoli per una festa trash di chiaro sapore commerciale. Eccole le accuse mosse dai carabinieri nei confronti di Claudio De Magistris, nel corso dell'informativa che ha spinto i pm di Napoli ad iscrivere l'imprenditore napoletano tra gli indagati per abuso d'ufficio. Tutto ruota attorno alla triangolazione tra De Magistris jr, la segretaria del primo cittadino e il cantante neomelodico, nei giorni che precedono il flash mob del 25 marzo, quelli della musica sparata ad alto volume, dei palloncini e del palco sul quale Tony Colombo chiede la mano di Tina Rispoli, che - per inciso - è la vedova del boss scissionista Gaetano Marino.
 
Scrivono i carabinieri: «Si suppone che Colombo, consapevole dell'impossibilità di ottenere piazza del Plebiscito per la registrazione di un videoclip commerciale, per la promozione di una sua nuova canzone, abbia dissimulato tale scopo attraverso un flashmob per festeggiare l'addio al nubilato della futura sposa Rispoli Immacolata». Poi c'è il passaggio che investe Claudio De Magistris: «Il tutto facilitato dai buoni uffici che poteva vantare verso l'amministrazione comunale di Napoli, attraverso il suo conoscente De Magistris Claudio, fratello del sindaco De Magistris Luigi (quest'ultimo completamente estraneo all'inchiesta, ndr)». Ma in che modo, il fratello del sindaco si sarebbe mosso per favorire quella che per i carabinieri è una messa in scena di sapore commerciale? In attesa di conoscere la versione di Claudio De Magistris, pesa la ricostruzione del nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli. Tutto ha inizio il 12 marzo, quando Tony contatta Claudio, per rappresentargli la volontà di usare la piazza dei napoletani per il suo flash mob. A questo punto, De Magistris jr «non si limita a una semplice, seppur impropria azione di intermediazione verso l'istituzione cittadino, essendo il fratello del sindaco». Al contrario, «avendo constatato che le modalità con cui Colombo intendeva svolgere la manifestazione non erano classificabili come flash mob, gli comunicava che si sarebbe informato, evidentemente presso gli stessi uffici comunali, e lo invitava a vedersi l'indomani per parlarne di persona».

Ma come mai Claudio è tanto disponibile verso Tony? Non ci sono passaggi di denaro, né altri interessi riscontrati - bene chiarirlo - ma i due si conoscono da tempo. E lo dimostrano le telefonate e gli sms (ben 153) che emergono dal traffico telefonico delle utenze dei due, dal 2017 a marzo scorso. Ma torniamo ai preparativi dello show. Sono le 11.30 del 13 marzo, quando Tony e Claudio si incontrano nei pressi del Comune; poche ore dopo - intorno alle 18.22 - il cantante invia una mail all'ufficio cinema del Comune di Napoli e alla segretaria particolare del sindaco, vale a dire a Sarah Terracciano (anch'essa costretta a difendersi dall'accusa di abuso d'ufficio), nel corso della quale richiedeva la disponibilità di piazza del Plebiscito dalle 18.30 alle 23, per un «flash mob a favore dei futuri sposi». Una richiesta contraddittoria in sè, come hanno notato i titolari dell'inchiesta, i pm Maurizio De Marco e Vincenza Marra, dal momento che il carattere estemporaneo di un flash mob (mobilitazione improvvisa e rapida) va in contrasto con le quattro ore e mezzo servite per lo show. Scrivono i carabinieri: «La sola durata dell'evento avrebbe dovuto indurre la funzionaria ad effettuare un minimo di approfondimento che, verosimilmente, non ci è stato in quanto aveva ricevuto le premure da parte del fratello del sindaco». Ed è in questo scenario che viene coinvolta anche Mafalda Fasanella (ufficio cinema), almeno secondo il ragionamento degli inquirenti: «È pacifico ritenere che la valutazione fatta dalla Terracciano, che ha condizionato anche il parere dell'ufficio Cinema, abbia riguardato solo l'opportunità di non scontentare il fratello del sindaco con la consapevolezza di fare cosa gradita a quest'ultimo per il quale, va ribadito, svolge un incarico fiduciario». Stesso discorso viene fatto per i due dirigenti di polizia municipale e per gli agenti della pattuglia che vengono coinvolti nelle accuse. Tutti fingono di capire - secondo gli inquirenti - o non notano cosa sta accadendo sotto i loro occhi. Tanto che gli agenti vengono clamorosamente smentiti dai militari dell'esercito su una questione cruciale, l'orario del party nel cuore della piazza dei napoletani. Atti al Riesame, difeso dal penalista Luigi Senese, Tony Colombo ha sempre rimarcato la correttezza della propria condotta, in uno scenario in cui tutti i soggetti coinvolti (difesi - tra gli altri - dal penalista Bruno Cervone) potranno dimostrare la trasparenza della propria azione, da un punto di vista penale ma anche sotto il profilo della semplice opportunità politica che da sempre insegue le mosse del fratello del sindaco.
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