Noemi, condannati i due fratelli pistoleri e il papà ammette: «Riscatto collettivo dopo tanta sofferenza»

Noemi, condannati i due fratelli pistoleri e il papà ammette: «Riscatto collettivo dopo tanta sofferenza»
di Leandro Del Gaudio
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Venerdì 24 Luglio 2020, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 19:12

«È stato un segnale importante per tutta la città, mi auguro che possa rappresentare un punto di partenza per una convivenza civile, all'insegna del rispetto delle regole. Oggi non potevano cancellare il dolore che abbiamo provato e che stiamo ancora subendo, ma il verdetto pronunciato dal Tribunale è un passo significativo».

È il commento a caldo di Fabio Staiano, il padre di Noemi, pochi minuti dopo la pronuncia del verdetto che condanna i due esecutori materiali dell'agguato di piazza Nazionale. Si stringe accanto alla moglie, Gaetana Esposito, circondato dall'affetto dei parenti più stretti.
 


Cosa ha provato dopo aver sentito la parola «condanna» pronunciata dal giudice?
«Siamo soddisfatti per il lavoro che è stato svolto, per i tempi e la cura con cui è stato affrontato da tutti il nostro caso: mi riferisco ai pm, alle forze di polizia, ai giudici e a tutti coloro che si sono impegnati in questo processo. Non volevamo vendetta, ma giustizia, mi auguro che le due condanne diventino definitive. Viste le leggi che ci sono in Italia, possiamo dire che siamo soddisfatti, anche se va fatta una premessa».

Quale?
«Visto il dolore che ci hanno arrecato, visti i danni subiti da una bambina di quattro anni, non sarebbero stati sufficienti neppure cento anni di carcere».

Cosa può significare questa condanna, al di là del riconoscimento (per ora) della responsabilità dei due imputati?
«Credo che sia stato dato un segnale importante per tutti quanti noi, non solo alla famiglia di Noemi, ma anche alla città e alla collettività rimaste scosse dopo quelle terribili immagini di un anno fa».

A cosa si riferisce?
«Mi auguro che da qui possa ripartire un nuovo modo di vivere, all'insegna del rispetto reciproco e della convivenza fondata finalmente sul rispetto delle regole. In sintesi, in piazza Nazionale si è toccato il fondo. Anche rispetto alle altre tragedie che purtroppo hanno scandito la storia della nostra comunità. Mi sono chiesto più di una volta come sia stato possibile mettere a segno un delitto simile. Come si fa a sparare tutti quei colpi senza pensare neppure per un attimo che puoi fare del male a persone che sono lì per caso, che stanno passeggiando, che non c'entrano con i fatti di camorra che hanno scatenato tanta violenza».

Anche ieri tanta partecipazione, fatto raro per un processo di camorra, in piena estate. Cosa prova di fronte a un simile affetto?
«Sono orgoglioso e grato per tanta sensibilità che è stata tributata a me e alla nostra famiglia. Ieri il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è stato quasi un'ora accanto a noi, ci ha manifestato la vicinanza e la solidarietà sua personale, dell'amministrazione e anche di tutta la città. Ci sentiamo spesso, ci siamo visti anche la scorsa settimana, ci è stato molto vicino in questa triste vicenda. Ringrazio anche il presidente De Luca per la sua vicinanza, ma anche il procuratore Gianni Melillo che è stato con noi anche in aula al momento del verdetto e le forze di polizia».

Come sta Noemi?
«Probabilmente dovrà affrontare un nuovo intervento a settembre, siamo seguiti da sempre dai medici del Santobono, veri angeli custodi che ci hanno accudito, ci hanno ridato forza e speranza fin dal primo minuto dopo il ricovero. Assieme a loro, assieme ai medici napoletani, siamo in contatto con l'equipe del professor Gasbarrini del Rizzoli di Bologna, con cui stabilire come e dove procedere a questo nuovo, eventuale, intervento».

Cosa farà ora che è terminato il primo grado di giudizio?
«Ora torniamo a casa da Noemi, abbiamo bisogno di stare uniti e di dare unità e normalità alla nostra famiglia. Cercheremo di capire come saranno motivate queste condanne, nella speranza che mai più, sottolineo mai più, venga consumato un dolore tanto grande e gratuito su un bambino napoletano».

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