AstraZeneca, in Campania troppi no: 150mila dosi restano nei frigoriferi

AstraZeneca, in Campania troppi no: 150mila dosi restano nei frigoriferi
di Ettore Mautone
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 18:56

Sono oltre 40mila le vaccinazioni effettuate in 24 ore ieri in Campania, contate alle ore 17, di cui circa 10mila a Napoli (lo stesso numero raggiunto il giorno prima) per 1,9 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose (il 32,99 per cento della popolazione) e il 9,14 per cento che risulta completamente vaccinato ma si registrano ancora troppe rinunce al farmaco prodotto da AstraZeneca le cui dosi si accumulano nei frigoriferi delle 7 Asl campane costringendo a una continua riprogrammazione delle convocazioni della platea candidata a riceverle. 

Attualmente sono circa 150mila le fiale disponibili del farmaco anglo-svedese nei frigo delle Asl (il 20% di quelle consegnate finora): a Napoli 1 sono oltre 31 mila le fiale di Vaxzevria in deposito nei frigoriferi degli hub, a Napoli 2 nord 30 mila, lo stesso quantitativo si raggiunge nella Asl a sud del capoluogo mentre si scende, ma solo di poco, a Caserta. Altre 15mila fiale sono stoccate a Salerno e si va oltre la soglia delle 10mila, infine, nei punti vaccinali di Avellino e Benevento. Di questi quantitativi circa il 40 per cento è stato messo da parte per la somministrazione delle seconde dosi. A Napoli città dal 10 e fino al 19 maggio sono 16.064 le punture di richiamo da effettuare, a Napoli nord 12mila mentre le dosi che restano sono diluite nelle sedute previste tra ieri e il 9 maggio. Esiste quindi una chiara e precisa programmazione rispetto alle quantità del farmaco meno gradito dai cittadini da vaccinare ma intanto le dosi finora rifiutate e accumulate hanno già alimentato gli “Open-day” a libero accesso, senza prenotazione e senza limiti di età.

A Caserta, nei giorni scorsi, si è andati avanti fino a notte inoltrata smaltendo migliaia di dosi rifiutate nelle sedute ordinarie. Così ieri nella Asl Napoli 2 nord che ha coinvolto tutti i punti vaccinali della Asl riuscendo a somministrare, alle 19 di ieri, poco meno di 5 mila dosi di Vaxzevria (AstraZeneca) e 4.400 unità di Pfizer. Il vaccino anglosvedese è reclamato anche da medici di famiglia e farmacisti che nella capillare rete di presidio sui territorio garantirebbero un lavoro di informazione e di accoglienza fugando dubbi e paure da parte della popolazione più reticente.

 

Del resto AstraZeneca - spiegano dalla Regione - «è solo consigliato per gli over 60 ma è sicuro e si può somministrare a tutti a partire dai 18 anni». Ed è per questo che oltre alle dosi di Johnson & Johnson, che hanno il vantaggio della singola somministrazione, nell’accordo definito nei dettagli con Federfarma e Assofarm Campania, il canale farmacia è disposto ad accettare tutti i vaccini attualmente autorizzati. Lo stesso dicasi per la medicina di famiglia dove ancora arrivano dosi con il contagocce per un compito che non può restare limitato alle inoculazioni a domicilio nella platea dei fragili. Sono in tanti a richiedere insomma un cambio di passo anche logistico che apra la macchina vaccinale della Campania alle inoculazioni di vicinanza, che potrebbero servire a ridurre file e assembramenti e portare al massimo regime una macchina vaccinale che dai picchi raggiunti più volte oltre la soglia delle 46 mila dosi inoculate in un giorno nell’ultima settimana ha dimostrato di tenere il ritmo imposto dal commissario nazionale Paolo Figliolo. 

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«Dobbiamo arrivare a inoculare sempre il 90% di dosi disponibili» ha chiarito nei giorni scorsi Figliuolo e in effetti l’obiettivo è stato rispettato da Marche, Veneto e Lombardia e non sono lontane Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Valle d’Aosta e la stessa Campania (87,8 per cento) che se non ha ancora raggiunto il target ottimale è sia per la mancata consegna di circa 200 mila della quota che le spetterebbe sul totale della popolazione residente sia per la consistenze quota giornaliera delle defezioni rispetto al vaccino AstraZeneca. Degli oltre due milioni di dosi del vaccino di anglosvedese stipate nei frigoriferi delle regioni italiane (il 57% dell’intera fornitura dei sieri autorizzati dall’Ema e dell’Aifa) circa il 7-8% è in Campania ma in generale è tutto il Sud a fidarsi poco delle rassicurazioni arrivate dall’Aifa e dalle autorità regolatorie e sono in tanti a chiedere di cambiare farmaco negli hub vaccinali e a girare i tacchi quando ciò gli viene negato. «È per questo che la carta della medicina del territorio e dei distretti - conclude Gabriele Peperoni, vice presidente nazionale degli specialisti ambulatoriali del Sumai - andrebbe giocata per intero per recuperare nel rapporto di fiducia e di vicinanza i solchi scavati dalla comunicazione fatta in tv o sui social su vaccini considerati di serie A e di serie B». 

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