La decisione di lasciare la Campania in zona gialla è stata presa dall'Istituto superiore di sanità in base a una valutazione degli indicatori risalenti a circa 10 giorni fa (al 3 novembre). Ma che se la Campania resta in area gialla la febbre del contagio si modifica nel tempo. Qual è stato l'andamento negli ultimi giorni? Quale film sta scorrendo in diretta nei nostri ospedali? «L'epidemia dobbiamo guardarla con il binocolo e non dallo specchietto retrovisore - ha dichiarato Nino Cartabellotta, responsabile del centro studi Gimbe, chiamato in audizione alla Commissione Affari sociali alla Camera - troppi passaggi istituzionali e tecnici costringono ad inseguire il virus anziché anticiparlo. Su 21 indicatori solo alcuni sono maggiormente significativi: l'indice di contagio (Rt), l'indice di occupazione dei Posti letto in area medica e intensiva e la letalità. Ma, affinché l'analisi sia efficace, è necessario che sia tempestiva».
In Campania ciò che allarma è l'aumento dei positivi e l'incremento dell'ospedalizzazioni. L'8 novembre con 1.817 pazienti ricoverati a fronte di 3.160 disponibili il tasso di occupazione risulta del 57,5 per cento, ben oltre il limite fissato del 40 e per le terapie intensive le 186 occupate a fronte delle 590 disponibili segna una percentuale 31,5 per cento, un punto e mezzo sul valore soglia. Ma il sistema di calcolo degli indicatori nazionali è diverso. A sottolinearlo è lo stesso presidente Vincenzo De Luca. «Nella settimana del 2-8 novembre - spiega - la percentuale di occupazione dei posti di terapia intensiva è stata del 27 per cento.
Dal primo all'8 novembre l'incidenza per 100 mila abitanti è aumentata da 633 a 850 ai livelli di Toscana e Liguria, mentre l'incremento percentuale dei casi con il 42% si posiziona molto vicina alla provincia di Bolzano e dietro solo a Basilicata e Calabria. All'8 novembre la progressione del contagio è stata ancora elevata: circa 3.900 casi in media al giorno, erano tremila la settimana prima, 1.830 15 giorni indietro e 600 un mese prima. Così la letalità: nella settimana dal 26 ottobre all'8 novembre sono stati 21 i decessi al giorno in media, erano 15 una settimana prima, 10 le due precedenti e solo 2 30 giorni a ritroso. Comunque l'indice di mortalità è stabile intorno all'1%, il più basso fra le regioni italiane. Così le terapie intensive: 186 l'8 novembre, 170 la settimana precedente, 113 due settimane prima, 61 un mese fa mal'8 novembre in terapia intensiva c'era in Campania solo il 27% dei positivi la percentuale più bassa fra tutte le regioni. A leggere l'Rt poi solo negli ultimi giorni ha iniziato a calare, forse grazie alle restrizioni su scuola e mobilità adottate due settimane fa ma l'incremento dei casi, da un lunedì all'altro, è stato del 9 per cento. Tanto se si parte da numeri molto alti. Solo da lunedì scorso si è registrato un ulteriore calo e il virus mostra di rallentare.