Campania area gialla, indagine sui dati Covid inviati al governo

Campania area gialla, indagine sui dati Covid inviati al governo
di Leandro Del Gaudio
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Lunedì 9 Novembre 2020, 09:00

La contraddizione è stridente ed è sotto agli occhi di tutti: da un lato la capienza «dichiarata» di posti letto negli ospedali regionali, dall'altro quelle file all'esterno delle principali strutture sanitarie campane. E ancora: una pur sempre discreta ricezione ospedaliera (anche grazie all'apporto delle cliniche convenzionate) al netto di situazioni di disagio per tanti cittadini, costretti finanche ad attendere le visite mediche all'interno di auto in sosta, all'esterno dei nostri nosocomi. Contraddizione destinata a finire al centro di un fascicolo della Procura di Napoli, che in questi mesi non ha mai sottovalutato alcun aspetto dell'emergenza coronavirus, specie per quello che riguarda le risorse in campo e i servizi erogati alla popolazione regionale. 

 

Un'attenzione che potrebbe determinare l'apertura di un fascicolo ad hoc sui numeri spediti dalla Campania al governo, in un travaso di informazioni che viene aggiornato ogni giorno e che rappresenta l'elemento decisivo per dare un colore alla nostra regione: se siamo in zona gialla e non formalmente in zona rossa (quindi da lockdown) - ormai è chiaro - dipende anche dalla qualità e dalla quantità di informazioni ufficiali rese da Napoli a Roma, da Palazzo Santa Lucia a Palazzo Chigi.

Ma andiamo con ordine, provando a studiare le mosse dei pm napoletani, in quello che potrebbe diventare l'ultimo fascicolo in ordine di tempo sull'emergenza sanitaria in Campania. Stando alla semplice consultazione delle fonti aperte (ci riferiamo ovviamente ai dati sul sito della Regione), c'è un progressivo aggiornamento del numero di posti letto offerti ai cittadini (per la terapia intensiva occupati 186 su 590; mentre per la degenza ordinaria occupati 1817 su 3160): numeri che rendono la Campania tra le più competitive in Italia. Numeri da zona gialla, dunque. Eppure, i report giornalistici pubblicati in questi giorni sembrano dire decisamente il contrario. Una contraddizione che va calata anche su uno scenario che fa i conti con la gestazione dei tre covid center (quello dell'ospedale del Mare, per intenderci, ma anche di Caserta e Salerno), che tra false partenze e collaudi da mettere a punto, carenza di personale e mancanza iniziale di apparecchiature hanno fatto registrare non poche difficoltà di utilizzo. 

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Quanto basta a immaginare che a svolgere le verifiche sui dati spediti all'unità di crisi allestita dal governo Conte, sia lo stesso pool che si sta occupando dalla scorsa primavera degli ospedali covid modulari allestiti ad aprile. Una vicenda che vede in campo i pm Mariella Di Mauro e Simone De Roxas, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che ora fa i conti con una nuova frontiera dell'emergenza sanitaria.

Ma proviamo a ragionare sulla scorta dello scenario nazionale. Napoli non è l'unica Procura decisa a fare chiarezza sui dati che scandiscono la nuova ondata. In queste ore, come è noto, si è mossa la Procura di Genova che ha deciso di aprire un fascicolo per comprendere se i dati inviati dalla Regione al Ministero della Salute siano o meno corretti. Stessa traiettoria investigativa per la Procura del Centro direzionale, quanto mai decisa a fare chiarezza sul balletto di numeri anche e soprattutto alla luce di quanto emerge da inchieste giornalistiche, a proposito di gente in fila per una visita (anche per chi non è alle prese con il contagio da corona virus). Una vicenda che fa i conti con le risorse messe in campo in questi mesi, con i finanziamenti messi in cantiere per allestire ospedali specializzati, ma anche con il colore da assegnare all'intero sistema di vita regionale. Sono ventuno gli indicatori su cui ragionano gli analisti del governo Conte, per imporre o meno una condizione di serrata generale (con le inevitabili ripercussioni commerciali sul territorio), e tra questi spicca la questione dei posti letto disponibili. Facile immaginare che da qualche giorno in Procura c'è chi acquisisce i dati diramati dalla Regione e li inserisce in un fascicolo ad hoc sulla nuova anomalia della pandemia in Campania. 

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