L'Isis e i coniugi di San Giorgio. Annamaria Fontana, una vita in politica e la passione per l'Oriente

L'Isis e i coniugi di San Giorgio. Annamaria Fontana, una vita in politica e la passione per l'Oriente
di Antonio Cimmino
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Martedì 31 Gennaio 2017, 12:35
Consigliera comunale tra la fine degli anni Settanta ed inizio '80. Dapprima eletta con il Partito Comunista e successivamente nelle fila dei Socialdemocratici. Successivamente ricoprirà anche il ruolo assessore comunale, con deleghe al personale. Insomma, un cursus honorum di tutto rispetto. 

Annamaria Fontana, tra i destinatari dei provvedimenti di fermo disposti dalla Dda di Napoli, è un volto conosciuto a San Giorgio a Cremano. La sua passione politica era nota a tutti, così come la determinazione nel portare avanti scambi commerciali (spezie, tessuti) e, prim'ancora, culturali, con i territori d'Oriente, in particolare con l'Iran. Sempre in prima linea ad organizzare iniziative volte a promuovere la cultura di quei territori che cercava di far percepire sempre meno lontani da Napoli, negli anni Annamaria Fontana era arrivata a conquistare la stima di parecchi in città.  
 
 

Le ombre, però, non mancano. «Quando abbiamo sentito di questi arresti a San Giorgio a Cremano per assurdo abbiamo sicuro pensato potesse trattarsi dei coniugi Di Leva», commentano alcuni. «La conoscevo da anni e con lei ho condiviso tanto - racconta un amico d'infanzia - e sapevo che era impegnata nella diffusione della cultura orientale sui nostri territori, ma non pensavo potesse arrivare a tanto». E' il commento un pò di tutti i vecchi amici, quelli da cui, negli ultimi tempi, Annamaria si era un pò allontanata. 

Annamaria Fontana negli anni '90 era in prima linea per la legalità, in particolare nell'inchiesta sui rapporti tra clan camorristici (in particolare i Vollaro), istituzioni e imprenditori a a Portici decise di sfidare apertamente minacce e prepotenze. Coinvolti in quegli anni il carabiniere Carmine Sabatino, gli imprenditori Giuseppe Celli e Giuseppe Ferrara con gravi accuse di concorso in associazione camorristica. A San Giorgio, in particolare, tante le sue denunce nei confronti del vicequestore Gennaro D'Amico, (all'epoca dei fatti contestati responsabile del commissariato di San Giorgio e capo della Digos di Campobasso al momento dell'arresto), sul quale raccolse anche registrazioni. 
 
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