Capitol Hill, il Congresso senza difese e i selfie dei poliziotti: cosa non ha funzionato nella sicurezza

Capitol Hill, il Congresso senza difese e i selfie dei poliziotti: cosa non ha funzionato nella sicurezza
di Umberto Rapetto
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 11:41

All'11 Settembre, aggiungiamo il 6 gennaio. Anche stavolta l'attacco al cuore dell'America non è partito da lontano e ha nuovamente centrato un simbolo così da lasciare un segno indelebile non solo sul calendario. Negli scontri sono morte cinque persone: oltre alla veterana dell'Aeronautica Ashli Babbit, colpita da un colpo di pistola all'interno del Congresso, la polizia di Washington ha dato notizia di altre tre persone che hanno perso la vita «a causa di complicazioni mediche», e in seguito si è saputo di un agente deceduto per le ferite riportate. La Pearl Harbour dell'ordine pubblico e della tutela dei palazzi del potere non trova giustificazione e l'ombra del dolo oscura drammaticamente la scena. Tanto da spingere il deputato democratico Tim Ryan ad annunciare sin d'ora che molte teste dovranno cadere: «Ci sono persone che saranno senza lavoro molto, molto presto». E già ieri si è saputo di un primo responsabile silurato: il capo della polizia del Congresso si dimetterà la prossima settimana.


Capitol Hill è normalmente avvolta in una cintura di sicurezza che inizia ad isolati di distanza, con strade sigillate con barricate e posti di blocco. Le ampie strade del parco di 58 ettari sono strutturate per sezionare le aree edificate e ogni corsia è una sorta di linea di demarcazione progettata per interrompere spostamenti ed attività. Le gradinate assicurano la miglior visibilità su chi si avvicina e la polizia del Campidoglio presidia gli ingressi, controlla i lati dei palazzi, dispone di ogni genere di veicolo per pattugliare la zona.
I visitatori - spesso scolaresche in gita - entrano attraverso un unico ingresso aperto al pubblico dove vengono sottoposti a controlli rigorosissimi e devono disporre di specifiche autorizzazioni.

Lo stabile è costruito come un labirinto, prodotto di numerose iterazioni di ricostruzione con un vortice di passaggi e corridoi che ruotano attorno alle stanze della politica e una raggiera di tunnel sotterranei che portano agli edifici adiacenti. Facile perdersi se non si conosce il dedalo o non si dispone di una planimetria dettagliata.

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Nonostante i favorevoli presupposti infrastrutturali, le caratteristiche ornamentali con i muri di arenaria sono serviti come scale, le balaustre sono state arpionate, le finestre infrante e l'invasione è andata a buon fine.
Gli agenti della Capitol Hill Police non erano in tenuta antisommossa nèéavevano il relativo armamento perché in altre occasioni l'intervento delle forze dell'ordine all'esterno era idoneo ad impedire assalti di sorta. In questo caso, invece, i filmati hanno mostrato poliziotti che aprivano le barricate, non opponevano resistenza, addirittura scattavano selfie con chi si era introdotto abusivamente.
Secondo l'agenzia di stampa Ap, tre giorni prima del raduno sia il Pentagono sia l'FBI si erano offerti di inviare i loro uomini, ma l'aiuto sarebbe stato rifiutato. Così la Guardia Nazionale, lasciata in stand-by da giorni, era assente all'inizio dell'aggressione. La squadra SWAT (Special Weapons Assault Team, ovvero la squadra d'assalto con armi speciali) dell'FBI ha impiegato un po' di tempo per arrivare ad intervenire. Persino il Department of Homeland Security (la Sicurezza Nazionale che aveva intrapreso una crociata per proteggere gli edifici federali durante le proteste a seguito della morte di George Floyd) ha avuto una reazione altrettanto mite ed inspiegabilmente lenta.
Le previsioni del Pentagono immaginavano che 350 unità della Guardia Nazionale di Washington sarebbero state sufficienti a coadiuvare il personale del locale Dipartimento di Polizia. Qualcuno dice che si era scelto deliberatamente di non schierare militari sulle gradinate del Campidoglio per evitare una escalation della tensione. La successiva decisione di attivare altre 1100 persone della Guardia Nazionale sembra non fosse accompagnata da ordini precisi sulla loro dislocazione e sui rispettivi compiti.


I RINFORZI
La baraonda ha innescato generosi quanto inconcludenti tentativi di aiuto da parte dei vicini di casa. Il Governatore della Virginia, Ralph Northamm, vedendo il disastro ha annunciato via Twitter l'invio di 200 militari e di un contingente della Guardia Nazionale del suo Stato. Analoga iniziativa l'hanno assunta Larry Hogan, Governatore del Maryland, che avrebbe esortato i suoi a fornire il massimo impegno nel ristabilire l'ordine a Washington, e il suo collega Phil Murphy del New Jersey.
Un simile caos si poteva e doveva evitare.

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