Ucraina, ecco chi sono i volontari (e da dove arrivano) che si stanno arruolando per combattere al fianco di Zelensky

C'è anche chi ci prova e viene bocciato perché non ha la necessaria esperienza militare

Volontari Ucraina, chi sono le persone che si stanno arruolando per combattere nella Legione internazionale
Volontari Ucraina, chi sono le persone che si stanno arruolando per combattere nella Legione internazionale
di Stefania Piras
9 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Marzo 2022, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 09:38

Si chiama Ralf, è finlandese. Ha deciso di arruolarsi nelle Brigate internazionali che combatteranno al fianco dell'esercito ucraino. È un riservista della brigata di Uusimaa, ha un addestramento militare che dice gli permetterà di aiutare concretamente. L'ultimo video postato sulla sua bacheca social da Ralf è all'interno di un treno.

Ha percorso un viaggio opposto rispetto alle centinaia di migliaia di profughi che da giorni stanno abbandonando l'Ucraina a causa della guerra. «Non potevo rimanere a guardare e sono partito», dice nel video Ralf. 

Su Google comincia a diventare trendy "how to join international brigade Ukraine". Il governo del Paese invaso dalla Russia ha pubblicato un vademecum su come raggiungere i soldati ucraini e unirsi alla resistenza.

Le ambasciate ucraine in tutto il mondo sono state mobilitate per ricevere le richieste dei foreign fighters che andranno a formare la «legione internazionale» di volontari. È lo stesso presidente Volodymyr Zelensky che ha pubblicizzato questa chiamata alle armi. Il precedente storico? Le brigate internazionali create durante la Guerra civile spagnola negli anni Trenta, fra le quali militarono scrittori come George Orwell e Ernest Hemingway.

«L'unica cosa necessaria per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano nulla, così mi sono recato in Ucraina per aiutarli a difendersi dall'invasione della Russia. Attualmente a Lviv - le sirene dell'aria sono allarmanti perché qualcuno sta sparando missili balistici qui, ma nessuno ha ancora sentito alcuna esplosione in questa città», si legge nel post di Ralf.

Sono già stati organizzati punti di reclutamento presso le ambasciate ucraine e fra le prime ad attivarsi c'è stata quella in Israele, Paese con molti cittadini originari dell'Ucraina come del resto della Russia, e che fra l'altro si è offerto di fare da mediatore per arrivare a una tregua fra le due parti in guerra.

Fra i volontari più richiesti ci sono quelli con una precedente esperienza militare. Il regolamento delle forze armate ucraine introdotto nel 2016 già prevede la possibilità di un arruolamento di personale straniero «secondo un contratto su base volontaria». E una prima risposta ufficiale in merito è arrivata dalla Gran Bretagna, fra i Paesi occidentali più vicini a Kiev in termini di sostegno e appoggio in questo momento di estrema difficoltà. È stata la ministra degli Esteri, Liz Truss, a dare il suo via libera ai « volontari britannici» che vogliono combattere a fianco degli ucraini contro le truppe russe. «Questo è qualcosa su cui le persone possono prendere le proprie decisioni - ha detto Truss - il popolo ucraino sta lottando per la libertà e la democrazia, non solo per l'Ucraina ma per l'intera Europa».

Per sottolineare poi che «se le persone vogliono intraprendere quella lotta, le sosterrei nel farlo». In questo ambito nel Regno Unito (come in altri Paesi europei) c'è più di un precedente e molto più vicino ai nostri tempi rispetto all'impegno in Spagna di Orwell nei lontani anni Trenta. Sono stati numerosi i volontari britannici che si erano uniti ai guerriglieri curdi che contrastavano l'Isis in Siria. Fra loro anche un caduto diventato eroe, l'ex royal marine Konstandinos Erik Scurfield, 25enne di Barnsley, Inghilterra centrale, un «volontario martire», come lo aveva definito nel marzo 2015 l'Ypg, al quale si era aggregato. Questi reduci, però, una volta tornati in patria avevano affrontato accuse di terrorismo per essersi uniti a milizie. Appare diverso il caso dei volontari inquadrati all'interno dell'esercito ucraino: cittadini britannici (molti ex militari), ma anche di Bielorussia, Azerbaigian, Svezia e altri Paesi hanno già combattuto fra le forze di Kiev nella regione separatista filo-russa del Donbass. 

Americani, inglesi, giapponesi e canadesi - Uno sviluppatore di software del Texas e un cuoco della British Columbia sono tra le decine di americani e canadesi che stanno rispondendo alla chiamata dell'Ucraina per volontari stranieri. Anche se i loro governi rifiutano di inviare truppe in Ucraina per paura di scatenare una guerra mondiale, ci sono persone pronte a partire. Molti credono che i loro diritti democratici saranno minacciati se non faranno nulla per difendere l'Europa. «Mi sento in colpa se non vado», ha detto alla Reuters Dax, 26 anni, un veterano della fanteria d'elite degli Stati Uniti, che ha pianificato di partire con altri ex militari statunitensi. Il canadese Bryson Woolsey ha lasciato il suo lavoro di cuoco domenica dopo aver visto l'appello di Zelenskiy. Non ha alcuna formazione militare e ha intenzione di comprare un biglietto aereo per la Polonia, attraversare l'Ucraina e offrirsi volontario per il combattimento. «Ho sentito che dovevo fare qualcosa», ha detto Woolsey, 33 anni, di Powell River, British Columbia, che si è impressionato quando ha visto le immagini di donne e bambini feriti in Ucraina. Il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly domenica ha detto ai giornalisti che spetta ai singoli canadesi decidere se vogliono unirsi alla brigata internazionale dell'Ucraina. In Quebec, il medico 35enne Julien Auger si prepara a lasciare la sua famiglia per prestare le sue cure al ministero della salute dell'Ucraina. È un medico specializzato in cure palliative.

Nei gruppi online (e nei governi) il dibattito è acceso: i veterani militari hanno avvertito i volontari senza addestramento al combattimento che si stavano dirigendo in un conflitto dove l'inesperienza potrebbe essere una responsabilità per loro stessi e per gli altri. Tobias Ellwood, un parlamentare britannico, conservatore e soldato, ha detto su Twitter una cosa ovvia ma l'ha detta: quelli senza esperienza di combattimento non dovrebbero andare a combattere in Ucraina. Il governo norvegese ha detto che non è illegale per i cittadini norvegesi andare a combattere per l'Ucraina. Mette Frederiksen, il primo ministro della Danimarca, ha detto che non ci sono impedimenti di tipo legale. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha messo in guardia: «Posso capire, assolutamente, i forti sentimenti e le motivazioni delle persone ad andare, ma direi che in questo momento, la legalità di queste azioni è incerta». Chrystia Freeland, ministro delle finanze del Canada, ha chiamato la lotta per l'Ucraina una lotta tra libertà e tirannia e l'ha paragonata alla battaglia di Gettysburg, una grande battaglia nella guerra civile degli Stati Uniti, e le battaglie contro il nazismo nella seconda guerra mondiale. Un'addetta stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha ricordato l'avviso del Dipartimento di Stato che avverte gli americani di non recarsi nel paese. «Noi applaudiamo il coraggio degli ucraini - ha detto - Tuttavia, il nostro consiglio rimane: i cittadini degli Stati Uniti non dovrebbero viaggiare in Ucraina». Ha aggiunto che il Dipartimento di Stato dà questi consigli «per aiutare gli americani a prendere le decisioni più informate sulla loro sicurezza». 

Questo non ha fermato quelli come Tai B., 23 anni, che ha studiato giornalismo a New York. «Non sto cercando di essere un eroe, o un martire, voglio solo fare finalmente qualcosa di giusto», ha detto Tai a Reuters. Tai dice di saper cucinare, fare meccanica di base e sa come maneggiare un'arma da fuoco. Hyde, un 28enne del Midwest americano, ha detto che era già a Kiev e si aspettava di iniziare l'addestramento militare. «Non posso sopportare il pensiero che l'Europa sia di nuovo immersa nella guerra», ha detto Hyde. Si aspetta di ricevere un elmetto, un giubbotto antiproiettile, ginocchiere ed eventualmente un fucile. Ad Austin, Texas, uno sviluppatore di software ha detto che attingerebbe alla sua esperienza di cadetto dell'esercito americano per combattere per l'Ucraina. «Non lo dirò ai miei genitori finché non andrò all'aeroporto», ha confessato. 

Keiichi Kurogi, 39 anni, è uno delle decine di uomini in Giappone che si sono offerti di unirsi alla legione internazionale. È un impiegato che vive nel sud-ovest del Giappone, e ha detto alla Reuters di aver chiamato l'ambasciata ucraina lunedì dopo aver visto la richiesta di volontari su Twitter. «Quando ho visto le immagini di uomini e donne anziani in Ucraina con le pistole in mano e che andavano al fronte, ho sentito che dovevo andare al loro posto», ha detto. L'ambasciata però ha rifiutato l'offerta di Kurogi di combattere: non ha la necessaria esperienza militare. Dal 1° marzo si contano 70 giapponesi - tra cui 50 ex membri delle Forze di autodifesa del Giappone e due veterani della Legione straniera francese - che hanno chiesto di partire volontari. «Tutti i candidati devono avere esperienza nelle forze di autodifesa del Giappone o aver subito un addestramento specializzato», recita una nota dell'ambasciata ucraina in Giappone.

In Italia - Ci sono già italiani che combattono in Ucraina. Sono lì da tempo, sono soprattutto nel Donbass, a Donetsk e Luhansk. Si tratta di militanti "rossobruni": dell'estrema destra e della sinistra extra parlamentare. Sono schierati soprattutto con i russi, ma non solo. Ce ne sono anche dalla parte degli ucraini. Non è semplice contarli. In alcuni casi si tratta di latitanti (Andrea Palmeri, Edy Ongaro). Non è un reato andare a combattere all’estero. C'è reato se si combatte al servizio di organizzazioni terroristiche: è il caso dei foreign fighters diventati jihadisti, partiti per la Siria. In Italia c'è un ulteriore reato e lo commette chi «nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero». La pena è il carcere da quattro a quindici anni.

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