Ucraina e Russia, in Polonia buttano giù il monumento all'Armata rossa: «La stella rossa come la svastica»

Nel sito del memoriale eretto nel 1949 furono originariamente sepolti 620 soldati dell'Armata Rossa del 1° Fronte Ucraino

Ucraina e Russia, in Polonia buttano giù il monumento all'Armata rossa: «La stella rossa come la svastica»
Ucraina e Russia, in Polonia buttano giù il monumento all'Armata rossa: «La stella rossa come la svastica»
5 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Marzo 2022, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 17:05

Non c'è (più) spazio per la memoria dei soldati russi caduti durante la seconda guerra mondiale in Polonia, fra i Paesi europei che sta dimostrando maggiore sensibilità (e paura) rispetto alla guerra. L'invasione russa dell'Ucraina, d'altronde, è avvenuta a pochissimi chilometri di distanza dalle sue frontiere. E ora cominciano a buttare giù i monumenti: si tratta di un obelisco alto 5 metri con una stella rossa visibile e un'iscrizione in polacco e russo che dice: "Eterna gloria agli eroi dell'esercito sovietico caduti per la libertà delle nazioni nel 1945".

Russia, i coscritti: chi sono i giovani soldati che sono andati a combattere in Ucraina

Putin si paragona a J.K.Rowling: «L'Occidente vuole cancellare la Russia». E lei risponde così: «Lui stermina civili»

È cancel culture o, come l'hanno chiamata loro, "decommunization" (cancellare tutti i simboli e i ricordi del comunismo in Polonia)? È un tentativo di cancellare il passato in virtù di una lettura dei fatti storici che privilegia il sentimento dell'oggi, e quindi un'avversione totale verso la Russia, i russi, il comunismo, il totalitarismo. Ecco perché lo scorso 22 marzo in Polonia a Chrzowice, vicino a Opole c'è stato lo smantellamento di un monumento che commemora l'Armata Rossa. La sua rimozione segue l'annuncio del presidente dell'Istituto della Memoria nazionale Karol Nawrocki che sintetizza l'abbattimento del monumento così: «Dalle parole all'azione!».

L'Istituto della Memoria nazionale si trova a Varsavia, è stato creato nel 1998 e ha una missione molto precisa: ricercare e divulgare la storia moderna della Polonia e indagare sui crimini commessi durante le occupazioni tedesca, sovietica e durante il periodo comunista, fino al 31 luglio 1990.

In una conferenza stampa a Chrzowice, il presidente dell'Istituto Karol Nawrocki ha detto: «Non c'è spazio per questi memoriali e simboli marcati con la stella rossa nello spazio pubblico nella Polonia libera, indipendente e democratica, né nella libera Europa. Non c'è spazio per loro perché simboleggiano i crimini del sistema comunista, le atrocità che risalgono al periodo tra le due guerre. La stella rossa, proprio come la svastica, era dietro lo scoppio della seconda guerra mondiale... e dopo il 1945, rappresentava la schiavitù sovietica e la colonizzazione dell'Europa centrale e orientale», ha aggiunto.


«La rimozione di questo monumento è importante anche per il nostro futuro, perché se il sistema comunista non sarà ritenuto responsabile dei suoi crimini, e tali simboli scompariranno dallo spazio pubblico, i despoti di questo mondo li vedranno come un incoraggiamento», ha detto durante la cerimonia Nawrocki.


Il monumento fu eretto nel 1949 dal County Monument Building Committee, sul terreno di un vecchio cimitero, dove furono originariamente sepolti 620 soldati dell'Armata Rossa del 1° Fronte Ucraino. I resti furono poi riesumati e trasferiti al cimitero di guerra dell'Armata Rossa a Kędzierzyn-Koźle. La struttura di 5 metri portava una stella rossa e l'iscrizione in polacco e russo: «Eterna gloria agli eroi dell'esercito sovietico, caduti per la libertà delle nazioni nel 1945».

Ucraina, la Polonia rinforza l'esercito: raddoppio di uomini e incentivi per arruolamento volontario

Memorial international

In Russia, chi denuncia e ricorda i crimini commessi sotto il regime comunista invece finisce in carcere o chiude i battenti. È il caso di Memorial che dalla fine degli anni '80 ha riunito organizzazioni che si occupano di diritti umani e della commemorazione delle vittime del totalitarismo sovietico. L'istituzione e il funzionamento del Memoriale è stata «una prova tangibile della democratizzazione della vita pubblica in URSS, e più tardi nella Federazione Russa», ha detto Karol Nawrocki, il presidente dell'Istituto della Memoria nazionale polacco. Memorial che ha contribuito a far conoscere i documenti sui Gulag, sulla "Grande Carestia" in Ucraina e sul massacro di Katyn, il 28 dicembre 2021 ha ricevuto un ordine di chiusura forzata. 

Ora la Corte suprema russa ha respinto il ricorso di Memorial Internazionale con cui l'organizzazione chiedeva una sospensione dell'ordine di chiusura forzata, come sollecitato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, in attesa del suo pronunciamento sulla legge sugli agenti stranieri su cui si basa il procedimento giudiziario in Russia.

Era questa l'ultima possibilità per interrompere la liquidazione dell'organizzazione per la ricostruzione della storia delle repressioni in Unione sovietica e la difesa dei diritti umani fondata alla fine degli anni Ottanta.

Nei giorni scorsi è stata confermata in Russia la condanna a 15 anni di colonia penale per lo storico Jurij Dmitriev, responsabile della sezione di Memorial della Carelia. Si tratta - ricorda Memorial Italia- di una sentenza politicamente motivata, che si lega alla riscrittura della storia di Sandormoch, la fossa comune scoperta da Dmitriev e altri due attivisti di Memorial (Venjamin Iofe e Irina Flige) nel 1997. Dmitriev sarà trasferito in una colonia penale a breve. Ha 66 anni e ha problemi di salute: la sua condanna equivale a una condanna a morte.

Memorial Italia si è battuta a lungo per la sua liberazione organizzando una campagna di sostegno alla quale hanno partecipato centinaia di intellettuali, accademici e politici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA