Ucraina, l'affondo di Mattarella: «Putin è fuori dalle regole. Serve il modello Helsinki»

Il capo dello Stato al Consiglio d'Europa: «Rischiamo di essere travolti dalla guerra»

Ucraina, l'affondo di Mattarella: «Putin è fuori dalle regole. Serve il modello Helsinki»
Ucraina, l'affondo di Mattarella: «Putin è fuori dalle regole. Serve il modello Helsinki»
di Francesco Malfetano
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Giovedì 28 Aprile 2022, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 09:31

«Di fronte a un'Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile». Per la prima visita ufficiale dopo la rielezione, il presidente Sergio Mattarella non poteva scegliere un punto d'approdo migliore di Strasburgo. Ieri infatti il Capo dello Stato ha preso la parola davanti all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e, come sempre più di frequente durante l'emergenza ucraina, non ha usato mezze misure non solo nel rimarcare la centralità europea quanto, soprattutto, nel condannare la Russia e rilanciare con forza le sanzioni.

«La Federazione Russa, con l'atroce invasione dell'Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle», ha infatti detto Mattarella parlando della guerra scatenata da Mosca e in corso dal 24 febbraio. «La responsabilità della sanzione adottata (l'esclusione russa dal Consiglio d'Europa, ndr) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa.

Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all'oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina».

Lo spirito del Presidente del resto è costruttivo. E infatti non ha mancato di incoraggiare «tutte le possibilità di negoziato - che vi sono anche se allo stato non c'è ottimismo - sperando che si aprano anche se ciò finora non è avvenuto. In questo quadro l'Italia ha offerto la sua disponibilità per essere garante. Speriamo che si possano realizzare le condizioni».

L'INTERVENTO
L'intervento del Presidente - arrivato in Francia martedì sera accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio - è iniziato attorno all'ora di pranzo ed è culminato nel riferimento forte a due pilastri della politica comunitaria. E quindi, in primis nel citare Robert Schuman, uno dei padri fondatori della Ue, che «ricordava come la pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano». In secondo luogo poi, nel riferimento netto e dettagliato al modello Helsinki. E Cioè alla «coesistenza pacifica, tra i popoli e tra gli Stati», alla «democrazia come condizione per il rispetto della dignità di ciascuno». «Helsinki e non Yalta» appunto: «Dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali», ha detto Mattarella spiegando che bisogna: «Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull'esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di positivi sviluppi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, su diritti affievoliti per alcuni popoli e Paesi e, invece, proclamare, nello spirito di Helsinki, la parità di diritti, la uguaglianza per popoli e persone».

IL PRANZO
Prima di un pranzo con il presidente dell'Assemblea parlamentare Tini Kox e una accurata visita alla cattedrale gotica della città alsaziana con tanto di passeggiata in pieno centro assieme all'arcivescovo Luc Ravel, davanti ai 705 di Strasburgo - delegazione italiana poi incontrata a parte compresa - Mattarella ha parlato dell'Onu: «Se la voce delle Nazioni Unite è apparsa chiara nella denuncia e nella condanna ma, purtroppo, inefficace sul terreno, questo significa che la loro azione va rafforzata, non indebolita. Significa che iniziative, come quella promossa dal Liechtenstein e da altri 15 Paesi, per evitare la paralisi del Consiglio di Sicurezza dell'Onu vanno prese in seria considerazione».

E poi - sottoponendosi alle domande dell'emiciclo - anche «il virus non ancora debellato», l'aumento del costo della vita «dal punto di vista economico» come «un problema di estrema gravità e motivo di preoccupazione estrema per l'Europa».

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