«I piani della Russia non includono l'occupare l'Ucraina». Queste le parole di Vladimir Putin, che poco prima delle 6 di mattina ha annunciato l'inizio di un'offensiva attesa da giorni. I fronti dell'attacco però sono molteplici: le forze russe entrano dalla Bielorussa e dalla Crimea, ci sono esplosioni non solo al confine ma anche nelle città marittime di Odessa e Mariupol. «Le truppe russe sono sbarcate a Odessa e stanno attraversando il confine con Kharkov», ha riferito Anton Gerashchenko, consigliere del capo del Ministero degli affari interni dell'Ucraina. I primi bilanci parlano di almeno 18 morti nell'attacco che ha colpito il porto.
Guerra Russia-Ucraina, diretta. Più di 40 soldati e 10 civili uccisi. Truppe da Bielorussia e Crimea
Odessa e Mariupol, gli sbocchi sul mare
Si tratta delle due cittadine che permettono a Kiev di avere accesso al Mar Nero: Mariupol è uno dei maggiori porti al mondo per l'export di grano, mentre Odessa è il più grande porto marittimo dell'Ucraina e uno dei più importanti del bacino marittimo.
La strategia di Putin
E non è un caso se Putin ha parlato qualche giorno fa di "punire i responsabili della strage di Odessa": il massacro di almeno 48 persone tra contrari al nuovo governo filo-europeista e simpatizzanti filo-russi avvenuto nel 2014 ad opera di estremistri della destra ucraina. Un messaggio che sarebbe in realtà un segnale della strategia segreta del presidente russo. Se isolare Mariupol significherebbe ricongiungere il Donbass alla Crimea, russa dal 2014, Odessa restituirebbe alla Russia l'intera costa del Mar Nero.
L’accesso al mare, inoltre, significa per l'Ucraina libertà di comunicazione, attraverso il Mar Nero verso il Mare Mediterraneo. Bloccare tale accesso vuol dire impedire navigazione marittima e traffici commerciali: di fatto imprigionare il Paese all'interno dei propri confini togliendo una delle fonti di ricchezza.
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