Ucraina, guerra più vicina: tensione Biden-Putin. Gli Usa: «Se invadete la pagherete molto cara»

Mosca: «La vostra è soltanto isteria». Ma secondo la Cia l’attacco scatterà il 16

Ucraina, guerra più vicina: tensione Biden-Putin. Gli Usa: «Se invadete la pagherete molto cara»
Ucraina, guerra più vicina: tensione Biden-Putin. Gli Usa: «Se invadete la pagherete molto cara»
di Francesca Pierantozzi e Flavio Pompetti
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Sabato 12 Febbraio 2022, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 13:36

Con la diplomazia ci si prova ancora, ma il conto alla rovescia sembra già partito. E se la mediazione registra l’ennesimo stallo, si teme che le informazioni raccolte dalla Cia possano trovare conferma. Mercoledì è il giorno da fissare nel calendario e quello di ieri è stato un sabato di grande tensione: ore e ore di attesa, senza che i faccia a faccia, prima quello tra Macron e Putin e poi quello tra Biden e lo stesso presidente russo, consentissero al mondo di tirare un sospiro di sollievo. La tensione, dunque, resta alle stelle. E il conflitto sembra sempre più vicino. Anche a rileggere le comunicazioni serali fatte circolare dal Cremlino, che parla di un clima di «isteria» degli americani: «Stanno creando il panico, vogliono il conflitto». Ma il ministro degli esteri russo Lavrov fa sapere al mondo che «non ci sarà alcuna invasione dell’Ucraina».

L’ULTIMA CHIAMATA

A parte le frecciatine e le nuove minacce, dopo 62 minuti di conversazione, Biden e Putin si sono lasciati con la promessa di «tenere aperta la linea di comunicazione», e vista la gravità della situazione «c’è da rallegrarsi almeno del fatto che si continui a parlare».

Biden ha riproposto al presidente russo il bivio nel quale è venuto a cacciarsi: Putin può scegliere di ritirare i 140.000 soldati che ha ammassato alle frontiere dell’Ucraina o andare avanti con il progetto di invadere il paese, con «conseguenze disastrose per la popolazione locale», come ammonisce il segretario di Stato Anthony Blinken, ma anche con un «costo immediato e durissimo» per l’economia e la finanza del suo paese. Nel briefing della Casa Bianca, che ha fatto seguito alla telefonata, i portavoce di Biden hanno confermato che la discussione «non ha introdotto nessun punto di novità» rispetto a quanto già dibattuto nelle conversazioni precedenti.

Dietro la cortina di silenzio qualche punto di convergenza è emerso, se la linea della comunicazione diplomatica resta ancora aperta. Ad ogni buon conto gli Usa hanno accelerato il rimpatrio del personale diplomatico dall’ambasciata di Kiev e trasferito fuori dal paese 106 addestratori militari che hanno lavorato nelle ultime settimane per conto dell’esercito ucraino, mentre i cittadini statunitensi che risiedono si stanno affrettando a lasciare l’Ucraina a bordo di aerei commerciali. Nel frattempo la Marina russa è intervenuta per respingere un sottomarino Usa che si era avvicinato alle acque territoriali. 

 

ELISEO-CREMLINO

«Per ora non c’è guerra, ma è comunque vero che il dispositivo militare russo è impressionante e può essere attivato per un’operazione importante: questo è un elemento di preoccupazione»: all’Eliseo le parole si scelgono con cura fin dall’inizio della crisi, la via maestra resta sempre quella del dialogo. Ma ieri, al termine dell’ennesimo colloquio telefonico tra il presidente francese Emmanuel Macron e Vladimir Putin (un’ora e mezzo stavolta) i toni sembravano un po’ meno misurati. Macron, fanno sapere dall’Eliseo, «ha ripetuto a Putin la determinazione dell’Occidente a reagire» in caso di invasione dell’Ucraina. Il «dialogo resta aperto ed esigente» e Macron continua a evocare la via d’uscita diplomatica. Ma se Putin resta formalmente d’accordo nella necessità di risolvere la crisi, i termini del negoziato sembrano essere poco discutibili per Mosca: «Il nostro sentimento – hanno detto ieri fonti dell’Eliseo al termine del colloquio – è che Vladimir Putin resti fermo alle stesse basi, restando abbastanza offensivo e continuando a ritenere di non essere lui ad aver preso l’iniziativa dell’escalation».

Per lui – dicono i consiglieri della presidenza - sono gli occidentali a essersi avvicinati alla frontiera russa, non il contrario. A Parigi assicurano che il fronte occidentale è unito, anche se ci può essere differenza di tono con l’approccio americano: «Vogliamo mantenere una posizione coordinata, unita e robusta, con la prospettiva di sanzioni contro la Russia se ci fosse un attacco». I francesi smentiscono anche di aver «servito» a Putin un accordo che impegna gli alleati a «finlandizzare» l’Ucraina imponendone la neutralità: «In nessun modo si parla di finlandizzazione dell’Ucraina, al contrario, si parla di consolidare la sicurezza e la sovranità». 

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