Guerra, i russi stanno perdendo nel Mar Nero contro un nemico senza marina militare (e Odessa ora respira)

La flotta di Mosca nel Mar Nero si reggeva su 7 navi di grande stazza accompagnate da 2 o 3 sottomarini con motori diesel

Guerra, i russi stanno perdendo nel Mar Nero contro un nemico senza marina militare (e Odessa ora respira)
Guerra, i russi stanno perdendo nel Mar Nero contro un nemico senza marina militare (e Odessa ora respira)
di Diodato Pirone
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Sabato 7 Maggio 2022, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 16:48

Nel Mar Nero, di fronte alla città ucraina di Odessa, sta accadendo un evento paradossale: una nazione senza una marina militare, l'Ucraina, sta tenendo in scacco un'intera flotta russa. In attesa di capire se davvero ieri l'aviazione di Kiev ha colpito o meno con un missile la fregata "Ammiraglio Karkov", va ricordato che finora gli ucraini hanno affondato il 13 aprile l'ammiraglia della flotta russa, l'incrociatore lanciamissili "Mosca", il 24 marzo una grossa nave da sbarco, la "Rostov" assieme a due imbarcazioni minori, e lunedì scorso altre due motovedette russe vicino all'Isola dei Serpenti, un lembo di terra che si trovva in posizione strategica per bloccare il porto di Odessa.

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Navi, il bottino ucraino

Il bottino ucraino è obiettivamente notevole visto che la flotta di Mosca nel Mar Nero si reggeva su 7 navi di grande stazza accompagnate da 2 o 3 sottomarini con motori diesel.

La "Mosca" era una nave anziana e più volte rimordenata, ma aveva a disposizione ben 64 missili terra-aria S-300 in gradi di colpire un aereo o un missile fino a circa 70 chilometri dal punto di partenza. L'ammiraglia, insomma, era essenziale per tenere alla larga la minaccia aerea ucraina dal Mar Nero. Ora questa funzione di protezione aerea è sostenuta da tre fragate (Ammiraglio Karkov, Ammiraglio Essen e Ammiraglio Grigorovich) che dispongono ciascuna di 24 missili terra aria Buk con un raggio d'azione di appena 40/45 chilometri.

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La minaccia dei droni

Nonostante l'aiuto dell'aviazione basata in Crimea, è evidente che la flotta russa del Mar Nero non può controllare totalmente la minaccia aerea ucraina proveniente dai 500 chilometri di costa che partono dalla Crimea e arrivano fino al confine rumeno. E proprio approfittando di questi buchi nella protezione aerea l'aviazione ucraina ha potuto affondare con i suoi droni armati le due motovedette che navigavano vicino all'Isola dei Serpenti.

 

Non va sottovalutato neanche l'affondamento della "Rostov". Si trattava di una nave da sbarco di circa 100 metri senza la quale è quasi impossibile progettare una invasione di Odessa con fanteria trasportata dal mare. E questo elemento è importantissimo per gli equilibri militari fra Mosca e Kiev. A Odessa, infatti, gli ucraini mantengono una importante guarnigione con migliaia di soldati e decine di carri armati a protezione della città. Se la pressione russa sull'area diminuisse, queste forze militari potrebbero essere impiegate sul fronte caldo del Donbass.

Per questo l'eventuale danneggiamento della "Ammiraglio Karkov" è importantissimo. Tra l'altro questa fregata, entrata in linea da pochi anni, è di difficile sostituzione perché l'industria meccanica russa ha sempre avuto consistenti difficoltà nella realizzazione di grandi motori marini. La Karkov porta il nome di un notissimo ammiraglio russo di origine finlandese (la Finlandia è stata russa fino al 1917) che alla fine dell'800 rafforzò moltissimo la flotta di Mosca ma la cui carriera fu stroncata dalla sorprendente sconfitta da parte dei giapponesi delle navi da guerra russe nella battaglia di Tsushima che determinò la sconfitta di Mosca nella guerra del 1905 e fece emergere a livello mondiale i primi segnali della potenza nipponica.

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