Ucraina, Mosca vuole il Donbass, ma scaglia ancora missili su Leopoli. Perché il fronte Ovest interessa a Putin: avvertimenti a Nato e Ue

Deposito di carburante a Leopoli distrutto dai russi
Deposito di carburante a Leopoli distrutto dai russi
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 19 Aprile 2022, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 14:56

La maggior parte delle truppe di Mosca è schierata nel sud est del Ucraina nella battaglia per il Donbass, ma intanto continuano gli attacchi dal cielo dalla parte opposta del paese, a Leopoli.  Perché tenere sotto pressione gli ucraini anche in uno scenario che si riteneva non più così strategico? Perché al 55° giorno dell'offensiva russa, dagli esiti evidentemente deficitari, Putin continua a impiegare forze per colpire una zona dell'Ucraina che non rientrerà, con ogni probabilità, nelle future trattative con Kiev? 

La situazione

Il fronte nord ovest dell'attacco all'Ucraina, con l'appoggio dell'alleata Bielorussa i cui confini sono così vicini a Kiev, sembrava ormai dimenticato: preso atto delle difficoltà di prendere la capitale, i carri armati russi avevano fatto dietrofront ormai all'inizio di aprile.

Sempre passando dalla Bielorussa, mezzi pesanti e uomini si erano diretti a est per dare manforte alle forze già impegnate a "liberare" le autoproclamate repubbliche del Donbass, una porzione di territorio con una forte presenza russofona che Mosca considera il bottino minimo per questa dissennata campagna bellica. L'obbiettivo è quello di ottenere il pieno controllo di Donetsk e Lugansk mantenendo un corridoio terrestre con la Crimea occupata, mentre il presidente americano Joe Biden si accinge a sentire nel corso della giornata gli alleati e i partner. Nelle prime ore della notte quindi missili su Kharkiv e Mykolaiv. Allo stesso tempo forze speciali russe cominciano l'assalto alle acciaierie Azovstal a Mariupol all'interno delle quali, secondo le autorità locali, si sarebbero rifugiati anche mille civili tra cui soprattutto donne con figli piccoli e anziani. L'acciaieria è una delle ultime aree sotto il controllo ucraino, un video su Telegram del Battaglione Azov mostra donne e bambini che si rifugiano nel seminterrato. Il sindaco parla inoltre di 40mila deportati in Russia o in regioni ucraine controllate dai russi. I quali a loro volta sostengono che da febbraio quasi 880mila persone - di cui 164 mila bambini - sono arrivate in Russia dall' Ucraina e dalle repubbliche autoproclamate.

 

Leopoli

Se sul fronte sud-est la situazione pare chiara, ci si chiede perché allora bambardare i 700mila abitanti di Leopoli,a oltre 1.200 chilometri da Mariupol. E a 60 chilometri dal confine con la Polonia, con la Ue, con la Nato, insomma. 

Maksym Kozytsky, il governatore della regione di Leopoli, ha riferito che almeno quattro i missili hanno colpito la città centrando obbiettivi militari e civili. Pesante il primo bilancio: 7 morti e 11 feriti. 

"In questo momento siamo a conoscenza di sette morti", ha aggiunto, riferendosi anche a "undici feriti, tra cui un bambino". Kozitsky ha precisato che tre dei feriti sono "in gravi condizioni". Da parte sua, Mikhaïlo Podoliak, consigliere del presidente Vlodomyr Zelensky, ha scritto su Twitter che i russi hanno lanciato cinque missili su Leopoli.

Di Leopoli va ricordata l'importanza per l'evacuazione dei civili diretti alla vicina Polonia e anche il ruolo di "seconda capitale": tutt'ora molti appartenenti alle ambasciate sono in trasferta in questa città dopo la chiusura delle sedi di Kiev. Inoltre Leopoli è fra le città che potrebbero accogliere Papa Francesco se decidesse di compiere il pellegrinaggio invocato dal presidente Zelensky. Troppo pericoloso il Donbass, troppo in vista Kiev, comunque mete che richiederebbero discretamente lunghi trasferimenti in aereo. Leopoli è invece vicina alla frontiera con la Polonia e dal punto di vista logistico sarebbe più agevole allestire il viaggio. 

Ma a convincere Putin a tenere nel mirino Leopoli potrebbe esserci anche l'importanza delle basi militari a ridosso della città, basi che fino alla fine dell'anno scorso hanno più volte ospitato militari della Nato sia per effettuare manovre con l'esercito ucraino sia per addestrare le truppe d'elite di Kiev come i marines.  

Fra queste la più importante quella di Yavoriv, già centrata da numerosi missili all'inizio del conflitto. Un attacco che venne considerato un aperto avvertimento alla Nato e alla stessa ue. Avvertimenti che evidentemente continuano  a fare parte della strategia di Putin anche se Leopoli non rientra, almeno al momento, nelle nuove carte geografiche dell'Ucraina che la Russia pretende con la forza di disegnare.

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