Ucraina, carri armati russi in partenza da Rostov per raggiungere Donetsk

Dai satelliti e dalle testimonianze di abitanti del luogo che mandano foto ai parenti lontani e ai media stranieri comincia già a delinearsi quella che potrebbe essere la forza militare che Putin sta mandando verso la repubblica filorussa di Donetsk

Ucraina, carri armati russi in partenza da Rostov per raggiungere Donetsk
Ucraina, carri armati russi in partenza da Rostov per raggiungere Donetsk
di Anna Guaita
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 15:27

Un convoglio di carri armati, mezzi corazzati e artiglieria ha lasciato la base di Soloti, nella Russia occidentale, per arrivare ieri sera a Valuyki, a 15 chilometri dal confine con l'Ucraina dell'est. Un altro convoglio ha attraversato le foresta della regione di Rostov, che confina con il Donbass, ed è entrato nella Repubblica di Donetsk come afferma l'agenzia russa Interfax, che cita testimoni sul posto. Putin ha ordinato la no-fly zone sul Mar d'Azov. Dai satelliti e dalle testimonianze di abitanti del luogo che mandano foto ai parenti lontani e ai media stranieri comincia già a delinearsi quella che potrebbe essere la forza militare che Putin sta mandando verso la repubblica filorussa di Donetsk nella striscia dell'Ucraina orientale. Dopo il suo infiammato discorso in cui ha sostenuto che l'Ucraina fa storicamente parte della Russia, dopo aver riconosciuto l'indipendenza delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, Putin ha annunciato che vi avrebbe spedito le sue truppe con l'incarico di «garantire il mantenimento della pace». Insomma, Putin ha sostenuto che le sue truppe erano da considerarsi in missione di «peace keeping». Da giorni peraltro parlava di «massicci bombardamenti» da parte degli ucraini contro i ribelli filorussi nel Donbass, e i suoi generali denunciavano che gli ucraini avevano preso di mira lo stesso territorio russo, causando morti e danni. Ma di tutto ciò non c'era prova. Gli ucraini dal canto loro sono stati generosi nel concedere accesso ai giornalisti stranieri lungo la zona di contatto che confina con l'area ribelle e nessuno finora aveva visto l'ammasso di truppe ucraine di cui parlavano i russi, o l'artiglieria pesante che avrebbe lanciato missili e bombe contro la popolazione di lingua russa. Semmai sui teleschermi dell'Occidente abbiamo visto immagini di giornalisti costretti a scappare davanti a colpi provenienti dalla parte russa.

Ucraina, guerra lampo? Finlandizzazione? Ecco gli scenari e i rischi per l'Europa (dai prezzi ai profughi)

E' chiaro intanto che la popolazione non crede alla missione di peacekeeping. Già provata da 8 anni di continua guerriglia fra le fazioni pro-Russia e le forze governative di Kiev, sista dividendo, con quella di lingua russa che accetta l'invito di Putin di trovare rifugio a est, oltre confine, e quelli che scappano verso ovest e l'abbraccio di parenti in città dell'interno ucraino.

Ma le associazioni umanitarie già lanciano i primi allarmi, e sostengono che entrambi i gruppi hanno bisogno urgente di aiuti.

Adesso ci si chiede quale sarà il prossimo passo di Putin. Le tv americane fanno sfilare ex generali, storici, russologi, politici di ogni estrazione ideologica, e nessuno sembra ottimista. L'Ammiraglio James George Stavridis, già capo supremo della Nato in Europa, si è detto certo ieri sera che dopo che Putin avrà schierato i suoi peacekeepers nel Donbass, «non si fermerà». Ma quanto Putin vorrà incorporare dell'Ucraina non si può prevedere. Vari esperti pensano che potrebbe dal Donbass spingersi verso ovest per ricongiungersi con la Crimea, garantendosi così un territorio continuo sotto controllo russo, e di fatto trasformando il Mare di Azov in un «lago russo».

Via l'ambasciata Usa

Non manca chi teme invece che l'intelligence americana e britannica abbiano visto giusto e che questo sia il primo passo verso una conquista dell'intera Ucraina. Nel qual caso, dicono fonti del Pentagono vicine all'Amministrazione che però vogliono mantenere l'incognito, gli Usa sono «pronti a sostenere un governo in esilio di Volodymyr Zelensky», forse partendo da Lviv, la città nell'ovest del Paese, vicino al confine polacco, dove si sono trasferite temporaneamente già le ambasciate di vari Paesi europei, e dove dovrebbe arrivare anche quella Usa. Di certo, Putin ha ammassato intorno all'Ucraina quel che gli servirebbe se davvero dal gradino del Donbass vorrà allargarsi a nord e ovest. I 30 mila soldati e tutto l'armamento che viaggia con loro, che erano andati un mese fa in Bielorussia per le manovre congiunte con il governo locale, sono rimasti pur dopo aver concluso le esercitazioni due giorni fa. Lo stesso sta succedendo con la flotta russa nel Mar Nero, che doveva concludere le manovre domenica e invece è ancora sul mare antistante l'Ucraina, incluse le sei navi da sbarco. Intorno all'Ucraina è al momento schierato il 75% del totale delle forze militari della Russia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA