Trump licenzia il capo del Pentagono Mark Esper e annuncia candidatura nel 2024

Trump licenzia il capo del Pentagono Mark Esper
Trump licenzia il capo del Pentagono Mark Esper
5 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Novembre 2020, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 00:27

Donald Trump ha annunciato su Twitter di aver destituito il ministro della Difesa Mark Esper. Al suo posto andrà Christopher Miller, direttore del centro Nazionale antiterrorismo. Il suo incarico, sottolinea il presidente uscente, è immediato. Mark Esper, ricordiamo, è quello che aveva clamorosamente preso le distanze dal presidente Trump quando questa estate voleva schierare l'esercito in strada per reprimere le proteste antirazziste nate sull'onda del caso George Floyd. Trump pensava di ricorrere all’Insurrection Act, una legge del 1807 per inviare nei luoghi delle proteste le truppe federali. 

Nel frattempo uomini vicinissimi al presidente sono risultati positivi al Covid-19. Si tratta di David Bossie, il consigliere scelto da Donald Trump per sovrintendere alla sua campagna di ricorsi legali contro l'esito del voto. La settimana scorsa Bossie è stato più volte nel quartier generale della campagna di Trump in Virginia e ha fatto diversi viaggi. Ed è positivo anche Ben Carson. La notizia del contagio del Segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano, tra le altre cose anche un medico, segue solo di pochi giorni quella della positività di Mark Meadows, capo di Gabinetto dell'amministrazione Trump. Come Meadows anche Carson era presente al party organizzato dal presidente alla Casa Bianca la sera delle elezioni. Carson, un neurochirurgo in pensione, è membro della task force anti Covid.

Dovrebbe avviare il processo di transizione accettando innanzitutto la sconfitta e invece il presidente Usa uscente Donald Trump non molla, continua a dire che la competizione elettorale è stata falsata in Nevada e in Pennsylvania, «Il Nevada si sta rivelando un pozzo nero di voti falsi», ha scritto su Twitter. Trump parla poi di «grande vittoria» in Georgia, anche se è ancora in corsa il conteggio e Biden risulti in leggero vantaggio. Joe Biden alla domanda su cosa intenda fare se Trump non uscirà dalla Casa Bianca aveva risposto che basterà scortarlo fuori, ma l'esercito si è smarcato subito all'ipotesi di un suo intervento. Il Dipartimento della difesa  americana ha sede proprio presso il Pentagono che ora ha un nuovo capo, Miller, sicuramente più in linea con Trump. 

L’Italia, la presidenza del G20 e cosa cambia con l’arrivo di Joe Biden a Washington

Ma a tremare sono adesso anche altri nomi importanti, personaggi del calibro di William Barr, ministro della Giustizia, Cristopher Wray, capo dell'Fbi, Gina Haspel, direttrice della Cia. Tutte figure colpite di recente dagli strali del presidente, infuriato soprattutto per il mancato avvio di un'indagine sui Biden e per aver atteso invano l'annunciato rapporto sull'origine dell'inchiesta del Russiagate. Rapporto che a suo modo di vedere avrebbe dovuto svelare il complotto dell'amministrazione Obama nei suoi confronti. C'è da attendersi, insomma, un mese di fuoco in cui sferrare una controffensiva non solo sul piano legale ma anche tornando sul campo, con blitz negli Stati dove ancora si contano i voti e con veri e propri comizi in stile Make America Great Again. Altro che concedere la vittoria, dunque.  

 

Non solo. Donald Trump sta già pensando a ricandidarsi alle elezioni del 2024, segno che forse sta iniziando a digerire la sconfitta a questa elezioni anche se non l'ha ancora ammessa. Secondo quanto spiegano due diverse fonti citate dal sito di notizie Axios, Trump ha detto ai suoi stretti collaboratori che sta pensando di ricandidarsi alla Casa Bianca fra quattro anni. Negli ultimi giorni si è intensificata l'azione anche di tutti gli altri aspiranti repubblicani per le presidenziali del 2024: il senatore Tom Cotton dell'Arkansas, definito il Trump 2.0, il governatore della Florida Rick Scott, l'ex ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite Nikki Haley. Ma più attivo del solito è anche Donald Junior, che nei giorni scorsi su Twitter ha attaccato con veemenza tutti i suoi potenziali oppositori. Chiunque voglia correre per la Casa Bianca fra quattro anni, comunque, difficilmente potrà esimersi dal fare i conti con Trump che, nonostante la sconfitta, è pur sempre il secondo candidato della storia americana ad aver preso più voti popolari di sempre. Voti che non possono non pesare, e che danno al presidente uscente una wild card da giocare in futuro. Anche, si mormora a Washington, per una sua nuova ricandidatura.

Joe Biden come ministro della Difesa sta pensando invece alla senatrice di origine asiatica Tammy Duckworth, medaglia al valore in Iraq dove ha perso entrambe le gambe quando l'elicottero a bordo del quale si trovava è stato colpito da un missile. Infine, per il Pentagono è in lizza anche Jeh Johnson, ex segretario alla Sicurezza Interna ai tempi di Obama, che diventerebbe il primo ministro della Difesa afroamericano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA