La missione di Emmanuel Macron al Cremlino non ha portato i frutti sperati. Vladimir Putin non sembra intenzionato a cambiare la sua linea sull'Ucraina. Il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini ha parlato con toni preoccupati della questione: «L'attuale massiccio schieramento militare russo e il conseguente rafforzamento della postura difensiva di Kiev prospettano ad oggi elevati fattori di rischio e la possibilità di una potenziale escalation», ha detto in audizione alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. Poi un avvertimento alla Russia: «Cerchiamo il dialogo, ma in caso di invasione ci saranno gravi conseguenze».
Ucraina, resta alta la tensione. Vertici a Mosca e Washington
Sulla Russia ha detto: «Abbiamo negli ultimi anni assistito sul piano Difesa ad un numero crescente di violazioni dello spazio aereo alleato, a sempre più massive esercitazioni navali nel Baltico e in Mar Nero, al mancato rispetto del diritto internazionale marittimo nel Mar d'Azov, ad azioni ibride mirate a indebolire soprattutto i paesi Nato lungo il fianco est e al cementarsi di una relazione militare speciale con la Bielorussia - le parole di Guerini -.
Pour préserver la stabilité, la paix et réenclencher des mécanismes de confiance pour notre Europe, notre devoir est de travailler ensemble. Nous sommes l'un et l'autre convaincus qu'il n'y a aucune solution raisonnable qui ne passe par le dialogue. Alors, continuons. pic.twitter.com/fOr5a7j8M0
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) February 7, 2022
Russia-Ucraina, alto rischio escalation
«La strada principale seguita dal governo italiano, così come da tutti gli alleati, è quella di insistere sulle possibilità di dialogo, in tutte le sedi. Ma allo stesso tempo assieme condividiamo la determinazione a trasmettere un messaggio inequivocabile alla Russia: qualsiasi aggressione contro Kiev avrebbe gravi conseguenze», tuona Guerini. «L'Italia - continua - ha già confermato la disponibilità a fornire il proprio contributo, qualora la Nato decidesse in tal senso, innanzitutto come conferma della centralità del principio della solidarietà nel rapporto tra alleati, membri di una organizzazione che, prima di essere una alleanza militare, è legame storico ma soprattutto comunanza di valori».
Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha preso parte all'audizione e ha parlato della questione Ucraina: «La Nato non può certamente rinunciare al principio della 'Porta aperta e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l'entrata dell' Ucraina e della Georgia in un momento futuro», le sue parole. «Sul piano politico-militare, in sede Nato, sono in corso valutazioni anche da parte nostra sul rafforzamento delle attività di sorveglianza e deterrenza alleate nonché circa eventuali ulteriori attività di rassicurazione dei Paesi alleati del fianco Sud-est», ha aggiunto.
Macron a Kiev
Intanto Macron dopo aver incontrato Putin a Mosca, oggi ha proseguito il suo viaggio diplomatico ed è volato a Kiev per un meeting col presidente ucraino Zelewsky. Macron ieri si è limitato a dire di aver presentato a Putin «proposte concrete sulla sicurezza» - fra cui l'impegno delle parti a non lanciare nuove azioni militari, l'avvio di un dialogo sulla nuova sicurezza strategica e il rilancio del processo di pace nel Donbass - e che il Presidente russo gli ha garantito la sua disponibilità a «impegnarsi in questo senso» a fare il possibile per trovare compromessi accettati da tutti« e il suo auspicio a mantenere la stabilità e l'integrità territoriale dell'Ucraina».
A Kiev anche il ministro degli Esteri Spagnolo José Manuel Albares, che partirà questa sera per incontrare il suo omologo ucraino, Dimytro Kuleba, e discutere la crisi provocata dalle tensioni con la Russia.
La Gran Bretagna
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha fatto ancora la voce grossa nei confronti della Russi e ha ribatido che il Regno Unito «non intende arretrare» di fronte alla minaccia attribuita a Mosca nei confronti dell'Ucraina e darà il suo contributo a «sanzioni» anti-russe senza precedenti contro «entità e individui» se vi sarà un'invasione. Johnson ha rimarcato che il sostengo britannico alla Nato resta «irremovibile e incondizionato». E ha aggiunto di essere disposto a inviare nella regione tra il Baltico e il Mar Nero rinforzi aerei della Raf e navali della Royal Navy a sostegno degli alleati europei.