Russia, le sanzioni non adottate: ecco quali sono e perché non sono state ancora attivate

Nuove conseguenze all'aggressione in Ucraina potrebbero arrivare anche a livello polito-diplomatico

Russia, le sanzioni non adottate: ecco quali sono e perché non sono state ancora attivate
Russia, le sanzioni non adottate: ecco quali sono e perché non sono state ancora attivate
di Francesco Padoa
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Lunedì 28 Marzo 2022, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 16:40

In arrivo una nuova ondata di sanzioni occidentali alla Russia per l'aggressione all'Ucraina. Londra allarga la “black-list” a 65 nuove società e personalità russe, tra cui anche la banca di stato Gazprombank, azienda che opera nel campo della Difesa e che è principale produttore del drone Orion usato da Mosca; gli Stati Uniti procedono a “bloccare” altri 400 tra individui e aziende: per l'esattezza, come ha reso noto il Tesoro americano, si tratta di 328 membri della Duma russa, di 48 aziende della difesa e del numero uno di Sberbank; l'Unione Europea si prepara a sua volta ad allargare l'elenco delle persone sanzionate.

E ancora i Paesi del G7 si dicono pronti ad altre restrizioni - anche se ancora l'embargo su gas e petrolio resta fuori dal tavolo - e continuerà a lavorare per evitare che quelle già decise vengano aggirate anche con la vendita di oro da parte della banca centrale russa. Per stringere sui tentativi di aggirare le sanzioni si interverrà sull'oro della banca centrale russa, cui sarà impedito di vendere. Nuove conseguenze all'aggressione in Ucraina potrebbero arrivare anche a livello polito-diplomatico: In discussione c’è anche l’esclusione della Russia dal G20, a cui ha fatto riferimento proprio il presidente Usa, Joe Biden: «La decisione dipende dai membri G20. Se l’Indonesia (che ospiterà il summit a ottobre, ndr) non dovesse essere d’accordo, allora chiederemo che l’Ucraina prenda parte alle future riunioni».

No al petrolio russo

Le ulteriori sanzioni che l’Occidente dovrebbe imporre alla Russia potrebbero essere meno coordinate tra gli Stati Uniti e i suoi alleati.

Ma potrebbero seguire le decisioni di paesi e di coalizioni separate, come quella dell’Unione europea. Al momento, forse, la sanzione più importante lasciata in stand-by è il divieto da parte dell’Unione Europea di importare il petrolio russo. Una decisione che seguirebbe il bando già annunciato dagli Usa su tutte le importazioni energetiche russe, e la volontà, annunciata a inizi marzo, del Regno Unito di vietare gradualmente l’importazione del petrolio russo. Ma questa nuova sanzione non è ancora in vigore perché non convince diversi paesi membri dell’Ue, visto che la Russia rappresenta oltre il 25% di tutte le importazioni di petrolio greggio del Vecchio Continente. Anche se sono diversi i paesi dell’Ue favorevoli al divieto, la Germania è alla guida di un gruppo di stati pronti a opporsi all’embargo completo. È quindi improbabile che l’Ue approvi un divieto sul petrolio russo.

Embargo commerciale

Un’altra sanzione chiave che presto potrebbe essere attuata è la restrizione commerciale più dura nei confronti della Russia. Alcuni Paesi hanno chiesto che la Russia sia fatta fuori dall’Organizzazione mondiale del commercio o che sia sottoposta a un embargo commerciale completo. Nessun paese però avrebbe ancora realmente considerato questa opzione, anche se la scorsa settimana gli Usa e l’Ue hanno revocato alla Russia lo status commerciale di “favoriti”.

Unanimità sugli oligarchi

L’Occidente potrebbe essere sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alla decisione di sanzionare tutti insieme e senza alcuna esclusione un gruppo di oligarchi russi miliardari. Infatti, se gli Stati Uniti non hanno ancora sanzionato Roman Abramovich, Pyotr Aven o Mikhail Fridman (tutti sanzionati dall’Ue, dal Regno Unito e dalla Svizzera), di contro l’Ue non ha ancora sanzionato Oleg Deripaska (già nella lista di Stati Uniti, Regno Unito e altri Paesi). Decine di paesi di tutto il mondo, tra cui Australia, Taiwan, Giappone e Corea del Sud, hanno già preso di mira almeno 23 miliardari russi, che sono stati sanzionati dall’occidente nell’ultimo mese. Paesi e organizzazioni in tutto il mondo hanno tentato di inseguire e bloccare beni appartenenti a oligarchi sanzionati, tra cui proprietà, jet privati e yacht.

 

Giappone, stop alle auto di lusso

Il Giappone si appresta a vietare le esportazioni di autovetture del segmento lusso in Russia a partire da questa settimana, in linea con la politica di sanzioni adottate dai Paesi occidentali per punire la decisione di invadere l'Ucraina. E piani simili riguardano anche il comparto della gioielleria e delle opere d'arte, e i dettagli verranno decisi in cooperazione con gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Il nuovo provvedimento mira ad aumentare la pressione sui cosiddetti oligarchi russi: nel 2020, secondo i dati governativi, le esportazioni di auto in Russia hanno raggiunto un valore di 627 miliardi di yen, l'equivalente di 4,7 miliardi di euro, con circa 190mila vetture incluse quelle di seconda mano, considerato un mercato redditizio per le case nipponiche. «Esamineremo quali prodotti dovranno essere al centro delle nuove sanzioni, e tenteremo di minimizzare l'impatto negativo sugli utili aziendali», ha detto un membro dell'esecutivo. Tokyo presentò misure simili all'indomani del lancio di un test nucleare da parte della Corea del Nord, nel 2006, e da allora c'è lo stop all'import e alle esportazioni tra i due Paesi. Al pari di Stati Uniti e Ue, il Giappone ha appena revocato alla Russia lo status della nazione più favorita (Mfn), una clausola che in quanto membro dell'Organizzazione mondiale del commercio, dava a Mosca uguale accesso a tutti i mercati dei paesi aderenti garantendo uguali tariffe.

Stop transazioni in dollari

Restando in Giappone, le tre principali banche interromperanno le transazioni in dollari e i trasferimenti di denaro con la più grande istituzione finanziaria russa, Sberbank, a seguito della sanzioni Usa. MUFG Bank, Mizuho Bank e Sumitomo Mitsui Banking Corp. stanno effettuando transazioni in dollari con Sberbank attraverso gli Stati Uniti. L'interruzione dei loro rapporti in dollari con la banca russa probabilmente costringerà le società giapponesi che operano in Russia a cercare modi alternativi per regolare i pagamenti come l'utilizzo di banche non statunitensi, hanno affermato le fonti. Gli Stati Uniti hanno aggiunto Sberbank alla lista delle sanzioni a febbraio e il divieto di transazioni in dollari con la banca entra in vigore oggi.

No al sostegno del rublo

L'Occidente si appresta anche a intervenire sul fronte dell'eventuale sostegno in oro al rublo. L’ipotesi è che la Banca centrale russa avesse l’intenzione di usare l’oro per «sostenere il rublo». Alcune fonti del governo Usa hanno stimato un valore «tra i 100 e i 140 miliardi di dollari» della riserva aurea, e stando ai dati forniti da Bloomberg, il suo volume è aumentato di circa sei volte a partire dalla metà degli anni Duemila. Ma il G7, così come l’Unione europea, ha reso noto che «seguiranno severe conseguenze» se dovessero essere intercettate delle transazioni di oro da parte della banca centrale russa. Un comunicato dalla Casa Bianca riferisce, inoltre, che «i leader dei Paesi del G7 e l’Unione europea continueranno a lavorare insieme per limitare la capacità della Russia di utilizzare le sue riserve internazionali per sostenere l’economia russa e finanziare la guerra di Putin». Lo stesso ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Noi, partner del G7, siamo determinati ad allineare ulteriormente le nostre sanzioni contro la Russia e ad assicurarci che siano rigorosamente applicate. Prosciugheremo le risorse utilizzate da Putin per finanziare la sua guerra, non permetteremo alcuna elusione. E siamo pronti a prendere ulteriori misure».

Anche la Svizzera impone restrizioni

Da questa settimana la Svizzera vieterà l'esportazione di beni del settore energetico e la fornitura dei relativi servizi, così come è proibito partecipare o mettere a disposizione prestiti o altri mezzi finanziari alle imprese attive nel settore energetico. È proibito anche importare prodotti siderurgici provenienti o originari della Federazione Russa, nonché esportare nella Federazione Russa beni di lusso e beni per la navigazione marittima. In ambito finanziario sono vietate le transazioni con talune imprese statali e la messa disposizione di servizi di rating del credito. Il governo ha anche stabilito deroghe alle sanzioni finanziarie, se finalizzate ad attività umanitarie. Ciò facilita le relazioni commerciali necessarie per l'operato delle organizzazioni umanitarie.

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