Bombe nucleari, quali sono gli arsenali in campo? Gli Usa hanno 5.500 testate, la Russia 4.500: tutti i possibili rischi

La Russia è una potenza nucleare tra le maggiori al mondo, la prima tra i paesi europei

Gli arsenali nucleari di Russia e Usa, quali i rischi per l'Europa
Gli arsenali nucleari di Russia e Usa, quali i rischi per l'Europa
di Cristiana Mangani
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:47

Lo spettro dell'atomica si è affacciato ieri mattina. «Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che Mosca risponderà con conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto»: Vladimir Putin aveva lanciato la sua minaccia già nel discorso con cui aveva annunciato l’invasione dell’Ucraina all’alba del 24 febbraio. Ieri lo ha ribadito, aprendo uno scenario che ha fatto replicare agli Usa: «Difenderemo i nostri alleati».

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Arsenali nucleari, lo scenario

La Russia è una potenza nucleare tra le maggiori al mondo, la prima tra i paesi europei.

Negli ultimi mesi lo zar di Mosca lo ha ricordato più volte con le sue esercitazioni. E le armi nucleari sono state portate da Putin come una delle ragioni dell’invasione: «La possibilità che l'Ucraina abbia armi tattiche nucleari costituisce una minaccia strategica per la Russia».

I missili del Cremlino spaventano perché possono colpire a 2.500 km di distanza. L’Italia non possiede armi atomiche, ma le condivide secondo il programma Nato nelle basi di Ghedi e Aviano. In questo drammatico braccio di ferro, dove l'Europa è centrale, la minaccia nucleare sta agitando ancora di più gli animi. La Russia detiene il secondo arsenale nucleare al mondo: ben 4.500 testate. Gli Usa hanno invece 5.500 bombe. La terza potenza atomica mondiale è rappresentata dalla Cina (350 testate); a ruota seguono la Francia (300); Regno Unito (215); Pakistan (150); India (140) e Corea del Nord (10). 

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Le due ex superpotenze dispongono insieme di 11mila testate atomiche. Equamente suddivise fra Russia e Stati Uniti. Ai tempi della Mad (mutual assured destruction, o distruzione reciproca assicurata), all’apice della guerra fredda ce n’erano in tutto 70mila. Sul nostro territorio ci sarebbero una cinquantina di testate suddivise tra le due basi aeree militari di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone). L'arsenale nucleare di Mosca, oltre alle circa 4.500 testate nucleari, ne ha anche altre 1.500 che sono però già smantellate o in via di smantellamento. I dati, aggiornati al 23 febbraio, sono stati pubblicati dalla Federation of american scientists, organizzazione di ricerca no-profit fondata nel 1945 e composta da scienziati ed analisti. Si tratta di una stima perché è difficilissimo stabilire con certezza un inventario degli armamenti nucleari posseduti dai vari Stati del mondo.

Delle testate nucleari a disposizione della Russia, 2.889 sono immagazzinate e quindi non immediatamente adoperabili, mentre 1.558 sono già montate sui diversi vettori. Secondo il Bulletin of the Atomic scientists pubblicato da Hans M. Kristensen e Matt Korda il 25 febbraio scorso, 812 testate nucleari sono installate su missili balistici intercontinentale (Icbm), 576 su sottomarini lanciamissili e circa 200 su bombardieri. Circa altre 977 testate nucleari sono in magazzino, insieme ad altre 1.912 testate considerate «non strategiche». «In aggiunta alla scorta militare per le forze operative - scrivono i due ricercatori - un ampio numero, circa 1.500, di testate dismesse ma ancora operative sono in attesa di essere smantellate, per un totale di circa 5.977 testate nucleari».

La vera minaccia per l’Europa è rappresentata dal nuovo missile “9m729”, che gli Stati Uniti hanno denunciato come violazione del Trattato Inf, stato siglato a Washington l'8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, a seguito del vertice di Reykjavík tenutosi tra i due capi di Stato di Usa e Urss. E' un ordigno a media gittata, in grado di colpire fino a 2.500 km di distanza. L’esercito russo è dotato di tre basi in grado di lanciare armi atomiche: Rostov (a Sud-Est) dell’Ucraina; San Pietroburgo (a Nord) e Kalinigrad. Quest’ultima base è quasi nel cuore dell’Europa e rappresenta la minaccia più insidiosa per i paesi Nato.

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Kalinigrad (quasi mezzo milione di abitanti) è infatti una enclave russa collocata tra Polonia e Lituania, da dove ha anche un accesso al mar Baltico, di cui è uno dei porti più grandi. Prendendo in mano un mappa si vede quanto potenzialmente potrebbe percorrere un missile “9m729”: potrebbe arrivare a raggiungere un obiettivo fino in Spagna e oltre l’Irlanda.Tra le armi con capacità nucleari della Russia ci sono i due missili da crociera ipersonici "Kinzhal” e “Zirkon” Un altro tipo di missile si chiama “Yars”, che recentemente è stato parte di un’esercitazione balistica fino alla Kamchatka. Non mancano poi sottomarini, bombardieri e missili intercontinentali con base a terra, come “Iskander” che in una esercitazione è partito dalle steppe intorno ad Astrakhan.  

Il sistema nucleare russo ha una precisa catena di comando che si basa su una concatenazione a tre chiavi (i codici di lancio). Una è nelle mani del presidente, una in quelle del ministro della Difesa e la terza in quella del capo di Stato maggiore interforze. Se anche uno solo di quei codici viene annullato, la procedura si blocca.

La Russia aderisce al Trattato di non Proliferazione Nucleare (Tpn), sancito nel 1970, con il quale i paesi hanno iniziato a coordinare il loro impegno per ridurre gli arsenali nucleari dopo la Guerra fredda. Nel 2010 poi Usa e Russia hanno firmato un ulteriore accordo, prorogato fino al 2025, il “New Start”, che stabilisce il limite di armi atomiche che possono essere possedute dalle due superpotenze a 1.550. Un limite che, però, vale solamente per testate e bombe atomiche. Non sono inclusi i missili a corto e medio raggio e le armi nucleari tattiche  Per questo gli arsenali atomici di Russia e Usa sono molto più grandi.

Nello specifico, in base a quanto riporta il Bulletin of the atomic scientists pubblicato da Hans M. Kristensen e Matt Korda il 25 febbraio scorso, 812 testate nucleari russe sono installate su missili balistici intercontinentale (Icbm), 576 su sottomarini lanciamissili e circa 200 su bombardieri. «In aggiunta alla scorta militare per le forze operative - spiegano i due ricercatori - un ampio numero, circa 1.500, di testate dismesse ma ancora operative sono in attesa di essere smantellate, per un totale di circa 5.977 testate nucleari».

Altrettanto potente è l'arsenale americano che è molto cresciuto negli anni successivi al 1945 e poi, di recente, è andato diminuendo.Secondo gli ultimi dati del 2021, gli Stati Uniti avrebbero 5.550 testate nucleari di cui 1.800 già schierate, cioè già collocate nei missili o localizzate in basi militari con forze operative. Lo scorso anno il governo degli Stati Uniti ha divulgato per la prima volta dal 2018 le dimensioni del suo arsenale. Secondo un rapporto fornito dalla National nuclear security administration (Nnsa), la potenza mondiale disponeva a settembre 2020 di un totale di 3.750 testate atomiche. Una nota della Nnsa afferma che «aumentare la trasparenza in merito agli arsenali atomici degli Stati è importante per gli sforzi di non proliferazione e disarmo, inclusi gli impegni nell’ambito del Trattato di non proliferazione nucleare, e per le iniziative riguardanti tutte le tipologie di armi nucleari, incluse quelle operative e in riserva». Le testate nucleari attualmente a disposizione degli Stati Uniti «rappresentano una riduzione approssimativa dell’88 per cento rispetto al massimo (31.255) raggiunto alla fine dell’anno fiscale 1967, e una riduzione approssimativa dell’83 per cento rispetto al 1989 (22.217), anno della caduta del Muro di Berlino». Nel 2019 e 2020 l’amministrazione del presidente Usa Donald Trump aveva deciso di non divulgare le dimensioni dell’arsenale atomico statunitense, ma Biden ha scelto diversamente.

Si prevede che gli arsenali statunitensi e russi continueranno a diminuire nel prossimo decennio.

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