Putin, il piano finale: prima l'Ucraina e poi l'Europa orientale

L'analisi geopolitica dello storico Yuri Felshtinsky e i timori per una nuova espansione verso la Georgia

Putin, il piano finale: prima l'Ucraina e poi l'Europa orientale
Putin, il piano finale: prima l'Ucraina e poi l'Europa orientale
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Martedì 6 Settembre 2022, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Conquistare l'Ucraina per poi espandersi fino a invadere l'intera Europa orientale. Secondo lo storico russo-americano Yuri Felshtinsky, era questo il piano che Vladimir Putin aveva in mente quando, a febbraio scorso, ha ordinato all'esercito russo di invadere l'Ucraina dando inizio ad una guerra che ancora oggi non conosce fine e che sta mettendo a dura prova il Vecchio Continente.

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Il piano iniziale di Putin

Come dichiara a Express.co.uk l'autore del libro “Blowing up Ukraine: The Return of Russian Terror and the Threat of World War III”, avendo già dalla sua parte la Bielorussia, il piano iniziale di Putin «prevedeva una rapida presa dell'Ucraina e quindi l'utilizzo dell'esercito russo, ucraino e bielorusso per spostarsi ulteriormente nell'Europa orientale».

La sua idea di guerra lampo da concludersi con la conquista delle principali città e la sostituzione del presidente Volodymyr Zelensky con un governo “fantoccio” filorusso, non aveva però fatto i conti con l'inaspettata resistenza dell'esercito ucraino, nonostante la netta superiorità militare della Russia. «Per porre fine a questa guerra - continua Felshtinsky - l'Occidente deve aiutare l'Ucraina con tutti i mezzi possibili.

Questa è la nostra unica possibilità di finire la guerra mentre gli ucraini stanno combattendo, ed evitare il rischio di un conflitto nucleare».

La Georgia e una possibile invasione russa

Tra i Paesi minacciati da una possibile espansione di Mosca potrebbe esserci anche la Georgia, come avverte su Express.co.uk l'analista geopolitica Natia Seskuria, Associate Fellow presso il Royal United Services Institute (RUSI). Un tempo parte dell'Unione Sovietica e indipendente dal 1991, la Georgia nel 2008 si era scontrata militarmente con la Russia anche a causa delle sue aspirazioni di adesione all'Unione Europea e alla Nato.

 

Lo scenario della Nato

Allora, un'intensa attività diplomatica portata avanti dall'Unione Europea era riuscita a spegnere le operazioni militari nel giro di pochi giorni. L'offensiva aveva permesso però a Putin di allontanare la Georgia da un suo ingresso nell'Unione Europea e nella Nato. Putin, da quando è al potere, ha sempre usato la guerra come uno strumento con cui regolare le relazioni internazionali. Attualmente, circa il 20 per cento del territorio georgiano (in Ossezia del Sud e Abkhazia) è in mano ai separatisti filorussi.

Come ribadito dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un'intervista rilasciata lo scorso giugno al quotidiano tedesco Bild, la guerra in Ucraina potrebbe durare per anni. Sarà pertanto fondamentale, spiega Stoltenberg, non indebolire il sostegno all'Ucraina, anche se i costi sono elevati, non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari.

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