Putin e Erdogan definiscono «illecite e molto rischiose» le azioni «condotte in Iraq dagli Usa contro i cittadini iraniani, compreso il comandante delle forze speciali Quds Soleimani». Lo riferisce il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, nel giorno in cui il presidente di Turchia e quello russo hanno batezzato ufficialmente il gasdotto TurkStream, girando la valvola che dà il via alle forniture di gas russo a Turchia e Europa insieme al primo ministro bulgaro Boyko Borisov e al presidente serbo Aleksandr Vucic.
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«C'è una tendenza a spingere verso un'escalation di tensione nella regione, mentre la Turchia e la Russia tentano di ridurre queste tensioni», ha detto Putin, parlando alla cerimonia di inaugurazione del gasdotto. «La cooperazione turco-russa si sviluppa in tutti i campi, nonostante i tentativi di bloccarla», ha aggiunto il leader di Mosca. Tra Iran e Stati Uniti «cerchiamo di far calare la tensione attraverso tutte le vie diplomatiche», gli ha fatto eco Erdogan. «Non vogliamo che Iraq, Siria, Libano e la regione del Golfo siano teatro di guerre per procura. Nessuno ha diritto di infiammare per i propri interessi la regione, e in primo luogo l'Iraq».
LA CRISI LIBICA
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Intanto la Turchia ha inviato in Libia un primo contingente di 35 soldati a sostegno del governo di Fayez al-Sarraj. I militari hanno al momento «un ruolo di coordinamento» a supporto di Tripoli e «non combatteranno» e «anche i militari che verranno inviati in seguito non parteciperanno ai combattimenti», ha spiegato Erdogan in una riunione con i vertici del suo Akp, citato da Hurriyet. «Su richiesta del Governo di accordo nazionale libico, i nostri soldati addestreranno le forze legate al governo», ha spiegato Erdogan nell'incontro che si è svolto a porte chiuse con la partecipazione di diversi ministri, aggiungendo che per quanto riguarda le attività di coordinamento «sarà come in Siria».
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