Putin ordina la censura di stato: 15 anni a chi parla di guerra e vittime. Bloccati Facebook e Twitter

La Bbc ha sospeso temporaneamente il lavoro dei suoi giornalisti da Mosca in risposta a una nuova legge che minaccia di incarcerare chiunque ritenga che la Russia abbia diffuso notizie «false» sulle forze armate

Putin ordina la censura di stato: stop a tv e giornali indipendenti. Poi blocca Facebook: «I nostri media sono discriminati»
Putin ordina la censura di stato: stop a tv e giornali indipendenti. Poi blocca Facebook: «I nostri media sono discriminati»
di Vittorio Sabadin
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Venerdì 4 Marzo 2022, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 11:07

Vladimir Putin non vuole fare sapere ai russi che l’avanzata in Ucraina non va come previsto, che i soldati muoiono, che quasi tutto il mondo condanna la guerra e che l’economia del Paese sta andando verso il disastro per le spese del conflitto e per le sanzioni. Il Parlamento ha così approvato una nuova legge che definisce un reato criminale «diffondere false informazioni» come queste, e punisce con 15 anni di prigione chi lo fa. Molte testate di opposizione sono state ridotte al silenzio, e persino la Bbc ha deciso di ritirare i suoi giornalisti dalla Russia, insieme a Bloomberg e Cnn. Ma nascondere la verità oggi appare un’impresa quasi impossibile, e sia la Bbc che i cittadini ucraini e russi hanno già trovato il modo di bypassare la censura con soluzioni in parte antiche, e in parte molto originali. Il Cremlino ha annunciato ieri mattina la nuova legge, che costringe al silenzio tutti i giornalisti che si trovano nel Paese. Mosca ha deciso anche di limitare l’accesso ai siti d’informazione e annunciato il blocco di Facebook e Twitter. E’ vietato parlare di guerra, è un reato sollecitare sanzioni contro la Russia e scrivere articoli che discreditino le forze armate. Chi invece racconta che è in atto una operazione militare speciale per fermare il genocidio di chi parla russo in Ucraina, può invece continuare a farlo.

La Bbc, appena avuta la notizia delle nuove norme, ha deciso di ritirare tutti i suoi corrispondenti: «La Russia criminalizza l’intero processo del giornalismo indipendente», ha detto il direttore generale, Tim Davie.

Già da alcuni giorni, i siti dell’emittente britannica erano visibili solo al 17% e una reazione era inevitabile. Ma la Bbc ha subito trovato il modo di bypassare la censura: trasmetterà informazioni alla radio in onde corte, come faceva nella Seconda guerra mondiale. In Italia, queste trasmissioni aiutarono molto la resistenza al fascismo: Radio Londra era annunciata da una sigla con le prime note della Quinta Sinfonia di Beethoven, e trasmetteva bollettini con la rassicurante voce del colonnello Stevens, che parlava italiano con accento inglese e con simpatiche venature napoletane. Le trasmissioni a onde corte, che nessuno può bloccare, erano state chiuse nel 2008 dopo 76 anni di servizio, ma le vecchie e polverose tecnologie possono ancora essere utili nel mondo digitale.

Facebook risponde

Oltre alla Bbc, anche Deutsche Welle, la radio internazionale tedesca, è stata bloccata e la stessa sorte è ovviamente toccata a molte testate russe: a Tv Rain, emittente di opposizione, all’Eco di Mosca, a Radio Liberty e alle trasmissioni di Meduza. Il bisettimanale di opposizione Novaja Gazeta ha deciso di autocensurarsi, eliminando parte dei contenuti in attesa di tempi migliori.
Sir Roderic Lyne, ex ambasciatore britannico a Mosca, ha osservato sul Daily Mail che Putin sta ancora usando i vecchi metodi di censura del Kgb e dell’Unione Sovietica, e non ha capito che saranno Internet e gli iPhone a sconfiggerlo. Ha probabilmente ragione: Anonymous ha invitato tutti a collegarsi su Google Maps, a cliccare sulla Russia e a postare recensioni sui bar, sui ristoranti e sugli alberghi di Mosca e Pietroburgo. Ma invece di scrivere pareri a cinque stelle, chi può farlo dovrà postare foto e informazioni sulla guerra, che non sarà possibile censurare. Idea brillante, subito accolta con entusiasmo in Russia e in Ucraina.

 

 

Come sempre, per le informazioni online non provenienti da fonti certificate, il problema sarà distinguere il vero dal falso. Il sito americano NewsGuard, che monitora le bugie online, ha già individuato dieci miti della guerra in Ucraina che non sono veri: il genocidio del Donbass, i sabotatori polacchi all’opera, l’asilo distrutto dagli ucraini il 17 febbraio, gli obiettivi civili colpiti dai russi all’inizio dell’invasione, il nazismo di Kiev, il tentato golpe del 2014 contro i filo russi, le armi biologiche americane nell’Est Europa, la base Nato a Odessa, la legalità dell’annessione della Crimea, l’Ucraina creata dai comunisti russi.
Mark Twain diceva che mentre le bugie hanno già fatto il giro del mondo, la verità si sta ancora allacciando le scarpe. C’è da sperare che nell’era di Internet non sia più così e che, oltre al coraggio degli ucraini, siano anche i telefonini a sconfiggere Putin.

 

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