Principe Filippo, dall'Australia all'India: il lutto delle ex colonie, dal cordoglio freddo al dolore della "famiglia Commonwealth"

Principe Filippo, dall'Australia all'India: il lutto delle ex colonie, dal cordoglio formale al dolore della "famiglia Commonwealth"
Principe Filippo, dall'Australia all'India: il lutto delle ex colonie, dal cordoglio formale al dolore della "famiglia Commonwealth"
di Stefania Piras
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Venerdì 9 Aprile 2021, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 13:18

I primi sono stati gli australiani. Il cordoglio per la morte del principe Filippo è arrivato sui social a testimoniare il profondo legame con quello che fu l'impero britannico poi tramutatosi nel Commonwealth (parola composta che unisce l'aggettivo "comune" e wealth, "ricchezza"), l'organizzazione intergovernativa di 54 Stati indipendenti, tutti accomunati (eccetto il Mozambico e il Ruanda) dalla passata appartenenza all'impero di sua Maestà (e guidata tuttora dalla sovrana britannica Elisabetta). Una forza politica, economica e sociale che raggruppa oltre due miliardi di persone, di "commoners". E una realtà che ha esteso oltremodo i confini del Regno Unito. Non solo politici ma culturali. II Commonwealth è quella cosa per cui Doris Lessing, il Nobel inglese, è nata nello Zimbabwe (quando era una colonia britannica si chiamava Rhodesia del Sud), l'autore del mitico "Libro della giungla" Rudyard Kipling è nato a Bombay, in India, e la storia di una strana governante nota come Mary Poppins ambientata in una indimenticabile Londra è uscita dalla penna di un'adolescente australiana: Pamela Travers. George Orwell, figlio di un funzionario britannico, è nato a Motihari, Bihar, in India, e ha pure avuto esperienze imperialiste come poliziotto della Polizia Imperiale Indiana (servirà di ispirazione per "Giorni in Birmania"). 

Commonwealth fu detto lo Stato britannico nel 17° secolo, al tempo di Oliver Cromwell. Ma, soprattutto, il termine è stato utilizzato per definire l'associazione delle ex colonie britanniche, quando venne loro concessa l'autonomia, fino ad arrivare alla piena indipendenza.

In Europa ne fanno parte il Regno Unito, Malta e Cipro. 

Un'alleanza a cui i Windsor tengono tantissimo. Elisabetta e Filippo, nel 1952, partirono per un tour del Commonwealth originariamente previsto dal re e dalla regina. Proprio mentre si trovano in Kenya Giorgio VI muore ed Elisabetta diventa regina. Un tour che riveste un'importanza fondamentale nella politica della Famiglia Reale. Nessuno può sottrarsi. Sono partiti per il Canada, a distanza di due mesi dal royal wedding all’Abbazia di Westminster il principe William e Kate Middleton. Lo fecero nel 1983 Carlo e Lady D (inedito: con il piccolo William al seguito: mai un royal baby aveva partecipato al tour nel Commonwealth)  e andarono in Australia e Nuova Zelanda suscitando grandissimo successo. 

E ora le ex colonie fanno sentire la loro vicinanza alla Regina. Ma proprio tutte? No. 

I primi, come detto, sono stati gli australiani con una dichiarazione ufficiale del primo ministro Scott Morrison che parla del Commonwealth come di una famigliaIl principe Filippo «rappresentava una generazione che non vedremo mai più», ha detto il premier Morrison, sottolineando che «gli australiani inviano il loro affetto e le più sentite condoglianze alla Regina ed alla famiglia reale».

Qui sotto, il saluto con 41 cannoni che è stato sparato per commemorare la morte del principe Filippo, il duca di Edimburgo, alla Parliament House di Canberra.

«La famiglia del Commonwealth - ha aggiunto - si unisce nel dolore e nella gratitudine per la perdita e per la vita del principe Filippo». Morrison ha poi ricordato che il duca di Edimburgo aveva «visitato il nostro Paese in oltre 20 occasioni».Le bandiere in Australia, ha concluso, saranno a mezz'asta in suo onore.

Il premier australiano ha tenuto anche una conferenza stampa dopo la morte del duca di Edimburgo a Kirribilli House a Sydney. Eccolo. 

Anche l'India fa sentire la sua voce attraverso il premier Narendra Modi su Twitter ha scritto: «I miei pensieri sono con il popolo britannico e la famiglia reale per la scomparsa di Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Ha avuto una brillante carriera nell'esercito ed è stato in prima linea in molte iniziative di servizio alla comunità. Possa la sua anima riposare in pace». Cordoglio formale. Non manca chi commenta la dichiarazione di Modi in modo molto duro: «Ricordiamoci che erano dei colonialisti». 

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Il rapporto con le ex colonie è entrato, non senza sofferenze, a Palazzo Buckingham. Fu quando Harry, e l'onnipresente Meghan accanto (già trasferitisi in California), disse che la Gran Bretagna avrebbe dovuto scusarsi per gli errori commessi durante l'epoca del colonialismo. 

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Grande commozione per il premier canadese Justin Trudeau che pubblica un tweet in inglese e in francese con foto. Come sempre in Canada dove vige un rispetto ossessivo per il bilinguismo (frutto proprio del passato coloniale). «È con profonda tristezza che ho appreso oggi della scomparsa del Duca di Edimburgo. Un uomo di grandi propositi e convinzioni, che era motivato da un senso di dovere verso gli altri, il principe Filippo ha contribuito così tanto al tessuto sociale del nostro paese - e del mondo», scrive Trudeau. Il rapporto con la Gran Bretagna è ancora fortissimo.

Il Sudafrica oggi sceglie invece di ricordare un'altra persona che è morta, molto più vicina geograficamente a loro. Il capo dello Stayo Cyril Ramaphosa ha espresso pubblicamente il lutto del Paese per la scomparsa di Graeme Bloch, un educatore che proveniva da una famiglia di attivisti impegnati nella lotta anti razziale. Come sua moglie (ex vice segretaria generale del più grande partito sudafricano ANC Cheryl Carolus), fu detenuto e bandito senza processo dal regime dell'apartheid. «Siamo più ricchi come nazione per la leadership intellettuale e organizzativa di Graeme nel settore dell'istruzione, che ci ha guidato verso l'adozione di una serie di politiche che hanno aperto le porte a milioni di cittadini storicamente esclusi. Augurando ai suoi cari la forza in questo momento difficile», ha scritto Ramaphosa. Ma il rapporto tra Commonwealth e Sudafrica, va detto, fu burrascoso. Entrano nel 1931, anno dell'indipendenza e vengono espulsi nel 1961 (proprio per la questione apartheid) per poi tornare nel 1994. 

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