No fly zone sull'Ucraina, no della Nato: cos'è e perché potrebbe portare a una guerra globale

Un rischio troppo grande per la Nato che potrebbe innescare conseguenze ancora più devastanti, entrando di fatto in conflitto diretto con la Russia

No fly zone sull'Ucraina, no della Nato: cos'è e perché potrebbe portare a una guerra globale
No fly zone sull'Ucraina, no della Nato: cos'è e perché potrebbe portare a una guerra globale
di Simone Pierini
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Giovedì 3 Marzo 2022, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 14:12

Kiev ha chiesto alla Nato di valutare l'ipotesi di una no fly zone sui cieli dell'Ucraina, ma l'Alleanza, interpellata dall'Ansa, rimanda alle parole di ieri del segretario generale Stoltenberg: «Il Patto Atlantico è al fianco dell'Ucraina, ma non vuole essere parte del conflitto in corso. Non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell'Ucraina».

No fly zone, cos'è

L'idea di una No fly zone, ovvero uno spazio aereo sottoposto a controllo militare e interdetto a tutti i velivoli non autorizzati, contemplerebbe automaticamente la possibilità di dover prendere di mira aerei militari russi e quindi, sulla carta, d'innescare uno scontro diretto con Mosca.

Un rischio troppo grande per la Nato che potrebbe innescare conseguenze ancora più devastanti, entrando di fatto in conflitto diretto con la Russia. E la «Una Terza guerra mondiale, se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante», aveva avvertito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista ad Al Jazeera citata dalla Tass. 

No fly zone, l'appello dell'Ucraina

«Combatteremo fino all'ultimo respiro per protegger il nostro paese» ma «dovete aiutarci» perché in gioco «c'è la nostra libertà e la vostra». È l'appello accorato di Andriy Yermak, il più stretto collaboratore del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sul New York Times. «Abbiamo bisogno di armi anti carri armati e di munizioni per i nostri coraggiosi soldati. Chiediamo all'Occidente di imporre una no- fly zone sull'Ucraina e aumentare i costi non militari per la Russia», spiega Yermak raccontando di scrivere «da un bunker» a Kiev, «con il presidente Zelensky al mio fianco. Da una settimana le bombe russe piovono su di noi, ma nonostante il fuoco russo noi siamo uniti e determinati nel voler sconfiggere gli invasori. Il Cremlino vuole creare un nuovo impero russo». «Le forze di Putin continueranno a terrorizzare il paese per indurlo alla resa - osserva - e se non avranno successo, lo raderanno al suolo. L'alternativa è fra il piegarsi o svanire, nessuna terza opzione è consentita».

Londra e Usa contrari

Dalla Gran Bretagna Boris Johnson ha ribadito l'impegno del Regno a fornire «armi» a Kiev e ad aprire le porte a chi fugge «dal disastro umanitario» che sta emergendo in Ucraina. Situazione che è solo destinata a peggiorare, stando al ministro della Difesa, Ben Wallace, secondo cui Putin userà sempre di più «tattiche di bombardamento a tappeto indiscriminato» contro le città ucraine. Londra comunque respinge le richieste di imporre una no- fly zone coi jet della Raf (insieme a quelli dei Paesi Nato), avvertendo che può innescare un conflitto a livello europeo e anche ostacolare la capacità delle forze di Kiev nel contrastare l'esercito russo. Mentre la stampa denuncia i «barbari attacchi aerei» e, nel caso del Sun attacca i «macellai di Putin», cresce sempre di più la solidarietà dei britannici nella raccolta degli aiuti per gli ucraini colpiti dalla guerra. Anche gli Stati Uniti escludono una no fly zone in Ucraina perché richiederebbe l'uso della forza militare Usa per farla rispettare.

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