Strage a Nizza, la famiglia del killer: «È lui. Ci mandò una foto della basilica»

Strage a Nizza, la famiglia del killer: «È lui. Ci mandò una foto della basilica»
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 15:40

Il 21enne tunisino Brahim Aoussaoui, autore dell'attacco di ieri mattina alla cattedrale di Nizza, aveva detto al fratello - che vive in Tunisia - di «voler passare la notte davanti alla basilica». Lo ha detto lo stesso fratello ad Al Arabiya. L'uomo ha anche inviato al fratello «una foto dell'edificio». La famiglia ha confermato che «quello che abbiamo visto nelle immagini è lui,  nostro figlio». «Mi telefonò non appena arrivato in Francia», ha spiegato la madre in lacrime. Un vicino di casa ha detto che prima di abbandonare il Paese «aveva fatto diversi lavori».  La Tunisia ha fermamente condannato l'attacco terroristico e la procura antiterrorismo della capitale ha aperto un'indagine per fare chiarezza sui contatti e la vita di Aoussaoui in Tunisia. Alcuni familiari sarebbero già stati sentiti dagli inquirenti. 

Le indagini

Intanto sul fronte delle indagini le autorità francesi hanno arrestato un uomo di 47 anni.  Lo ha appreso 'Bfmtv' da una fonte della polizia. L'uomo è sospettato di avere avuto contatti con il killer il giorno prima dell'attacco. Mentre l'Interpol sta cercando di ricostruire gli spostamenti del killer negli ultimi mesi. La traversata sul barcone assieme ad altre centinaia di tunisini fino a Lampedusa, la trafila per l'identificazione e il tampone, due settimane a bordo della Rhapsody, una delle navi affittate dal ministero dell'Interno per la quarantena dei migranti, il trasferimento a Bari, l'ordine di lasciare l'Italia entro 7 giorni dopo aver accertato che nei suoi confronti non c'erano precedenti né segnalazioni. Passa per l'Italia la storia di Brahim Aoussaoui, il 21enne partito dalle coste della Tunisia e materializzatosi nella chiesa di Notre-Dame a Nizza per uccidere tre persone invocando Allah.

Come passò dal nostro paese anche quella di Anis Amri, il suo connazionale che quattro anni fa fece strage al mercatino di Natale di Berlino.

Sulla storia del killer di Nizza stanno ora indagando antiterrorismo e intelligence, per ricostruirne ogni passaggio, verificare tutti i contatti avuti in Italia dal giovane, individuare eventuali complici o qualcuno che possa comunque averlo appoggiato, anche se al momento non sono emerse evidenze di questo tipo.  

Le vittime

Una donna brasiliana è tra le tre vittime dell'attacco sferrato ieri nella cattedrale di Nizza. Lo ha confermato il governo del Paese sudamericano. «Dite ai miei figli che li amo», ha detto la donna, sui 40 anni, prima di morire, secondo quanto riferito dalla tv francese 'Bfmtv'. Le altre vittime sono un uomo di 45 anni, padre di due ragazze, che era il sacrestano della cattedrale di Notre Dame e una donna sui 60 anni.

La reazione della Francia

Le autorità francesi hanno espulso 14 stranieri «radicalizzati» nell'ultimo mese e altre 18 «espulsioni» saranno eseguite nei prossimi giorni, Ha dichiarato il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin, all'indomani dell'attacco a Nizza. Se «si deve lottare contro gli stranieri che si sono radicalizzati, questo non è il caso» dell'assalitore della basilica di Nizza, poiché non era noto né ai servizi francesi né europei, ha precisato Darmanin. «Non siamo in guerra contro una religione, ma contro un'ideologia, l'ideologia islamista» ha proseguito il ministro dell'Interno. «Siamo in guerra contro un nemico che è sia interno che esterno», ha commentato il ministro prima di ammonire i francesi: «Quando si è in guerra, si deve comprendere che ci sono stati e ci saranno altri fatti come questo attentato ignobile». Marine Le Pen ha giudicato «insufficienti» le misure prese finora dal governo francese per combattere l'islamismo. Sono «al di sotto» di ciò che dovrebbe essere attuato, ha dichiarato ai media locali, all'indomani dell'attacco a Nizza. La presidente del Rassemblement National ha quindi insistito, come ha fatto dopo l'assassinio di Samuel Paty, sulla necessità di una «legislazione di guerra» contro una «ideologia». «Tutte le persone che promuovono l'islamismo, che fanno proselitismo, devono essere giudicate ed espulse se straniere», ha spiegato. 

 

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