Neonazista 21enne viene rifiutato dall'ex: la tortura e la uccide insieme alla madre e al nipotino

Neonazista 21enne viene rifiutato dall'ex: la tortura e la uccide insieme alla madre e al nipotino
di Federica Macagnone
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Sabato 20 Giugno 2020, 15:47
Quando ha capito che ogni tentativo di riconquistarla era vano, ha messo in moto il suo piano di morte. Quella donna doveva essere sua e di nessun altro.
 
Elizaveta Khlyupina, 23 anni, sua madre Svetlana, 52, e il nipotino piccolo Matvey sono stati uccisi nella loro casa di Mosca da Sevastyan Putintsev, 21enne con simpatie naziste, che ha torturato le sue vittime prima di fare fuoco e togliersi la vita. Elizaveta e Sevastyan avevano avuto una burrascosa relazione sentimentale di cinque anni. Lui aveva provato a riconquistarla, ma quando è affiorata l’ombra di un nuovo uomo, il ragazzo è impazzito.
 
La ragazza, studentessa in progettazione di aerei che lavorava come modella part-time, è stata ammanettata da Sevastyan ed è stata in un primo momento ferita con un colpo di pistola che le ha sfiorato l’orecchio. Lei e la madre sono state torturate, ma Elizaveta, aggrappandosi alla vita, è riuscita a telefonare alla polizia. Quando il ragazzo ha sentito che gli agenti erano alla porta, ha sparato quattro colpi di pistola uccidendo l’ex fidanzata, la madre e il nipotino, figlio della sorella di Elizaveta.
 
Quando la polizia è riuscita a entrare era troppo tardi: i volti della modella e della madre erano "sfigurati", secondo il quotidiano Moskovsky Komsomolets. Dalle indagini su Sevastyan è emerso un passato inquietante: era stato nell’esercito russo e aveva simpatie naziste, conferamate dai suoi contatti con estremisti di destra in Ucraina. Nella sua casa è stata trovata un’uniforme nazista, poster di Hitler e una bandiera con una svastica. Pochi giorni prima dell’omicidio era riuscito a ottenere la licenza per acquistare l’arma da fuoco con la quale ha compiuto la strage.
 
Un vicino di casa di Elizaveta ha raccontato: «Ho sentito delle urla orribili e poi ci sono stati i quattro colpi di pistola. Sono corso per le scale e ho visto le macchine della polizia. Un paio di giorni fa quel ragazzo urlava sotto le finestre di Elizaveta per dirle che l’amava. Ma lei lo aveva rifiutato».
 
Taras Fyodorov, un collega di università , ha ricordato la ragazza come una persone dolce e gentile: «Non riesco a capire come qualcuno volesse farle del male».
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